Edvania Paes – Stati d’Animo
“Forse” una delle parole più belle, lascia sempre una porta aperta, una possibilità.
“Forse” una delle parole più belle, lascia sempre una porta aperta, una possibilità.
Le parole che non escono restano impigliate nelle trame dei minuti, delle ore, nei capelli lasciati liberi al vento di speranza, alla luce el sole, nelle lacrime che gli occhi inghiottono per paura o per orgoglio. Restano impigliate nei ricordi e diventano fitta selva, e lì, tra fiori e rovi, tra spine e amori, resteranno impigliati anche i desideri e le tentazioni, resteranno imbrigliati i gesti e le intenzioni, resteremo incatenati noi, le nostre mani e i nostri cuori. Le parole che non escono sono ami pericolosi, già arrugginiti, sono armi per suicidi.
A volte fisso il vuoto e rivedo certi momenti che lasciano il segno, che sembra abbiano scelto loro di essere ricordati da me e non il contrario.
Il tempo passa, passano le canzoni, passa la mia anima e il mio destino. Il cielo è sempre più scuro e le anime delle persone diventano solo un ricordo in questo giorno così tetro. L’anima si avvolge in uno scuro mantello che venta un cielo stellato. Le stelle brillano e le canzoni riecheggiano nel vento.
Era talmente ipocondriaco fino al punto di pensare che il guarire avrebbe potuto nuocergli.
La notte mi chiama. Vado con lei nel mondo dove la passione e l’amore non hanno età o sesso, ma solo desideri ed emozioni incontrollate.
Senza emozioni, l’animo s’inaridisce…così come il corpo attende che ribollisca il sangue, il foglio rimane bianco, in perenne attesa che torni a scorrere l’inchiostro.