Anna Maria D’Alò – Stati d’Animo
È quando avverti i brividi sulla pelle, che ti senti vivo.
È quando avverti i brividi sulla pelle, che ti senti vivo.
I sentimenti sono come il calore nella teoria fisica.Non ha senso chiedersi quanto calore abbia un corpo al suo interno, ma solo quanto calore riesce a trasmettere ad altri corpi.Alla stessa maniera non saprai mai quanto una persona sia felice o triste fino a che essa non avrà modo di dimostrartelo.E anche così facendo chi è più teatrale nel suo dolore sembrerà più sofferente di chi lo è meno.
La pioggia estive gocciola di lira e d’ode. Due respiri tangibili e corpi che sfavillano sul vento. Il loro letto, fiume di color rubino, l’incantevole rapsodia che trascina il lieto fior di corpi, dove il torrente conguaglia arcobaleno, tra il sogno d’amore e realtà.
E se mi chiedi come va potrei dirti che ho una favola da raccontare Potrei inventarla sul momento mentre gente ad occhi bassi ci sta passando accanto potrei farti vedere con leggiadra fantasia i paesi che si svuotano le persone che indignate vanno via no non parlerò di maghi streghe o di indovini ma racconterò di orchi vestiti come i preti che violentano i bambini. Se mi chiedi come va potrei dirti lascia stare guardati intorno io sono stanco di raccontare.
La serenità è ovunque. Cercatela nella semplicità della quotidianità, in quelle minuscole cose che strappano un sorriso o in alternativa una lacrima. Cercatela in quei piccoli gesti che avvolgono e scaldano l’anima.
Il peso del tempo lo avverti quando ti lasci sgretolare dal suo passaggio e non guardi più gli istanti che ancora ti appartengono e odorano di vita.
Mi annido nella tempesta. È così simile la mia voce allo schiantarsi della marea. Assale. Mi unisco alle fragilità del mondo, situandomi tra cocci e schegge, riversa tra le scaglie e le tessere dell’infinitamente piccolo. Il respiro si schiude come stoffe strappate oltre le cuciture che lasciano piovere, disobbedendo al sole e all’asciutto. Sfoggio la tristezza sulle onde che ripassano, dimentiche di acqua e del loro stesso movimento e ritornare verso l’alto è argento. Vivo. A malapena. Le risacche mi pèrdono. Il mio cuore ha messo in conto un perdòno silenzioso che non infastidirà nessuno. Con l’anima fuori misura, smisurata, addirittura. Mentre c’è chi cura la lontananza, io mi raccolgo e mi tengo vicina. Litri di bufera mi annegano. Mi ritiro nel mio ordine discreto.