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  • Silvana Stremiz – Stati d’Animo

    Le cicatrici servono. Servono a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi. Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato. L’unico in grado di farci del male davvero. Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice. Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita. Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili, a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore, fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo, fra noi e le bugie, fra noi e la verità, fra noi e la nostra anima. Le cicatrici sono bastarde, sanguinano all’improvviso e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”, ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore. A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.

  • Silvia Nelli – Stati d’Animo

    E poi piangi, pensando a tutti i sogni che avresti voluto realizzare e sono invece sfumati, a tutte le volte che avresti dato anima e cuore per un semplice gesto, per una carezza, per una parola ma sei rimasta sola e nel silenzio; per tutte quelle cose che hanno acceso il tuo volto, il tuo sguardo e il tuo sorriso ma poi dalle mani come sabbia sono svanite nel nulla… e mentre piangi eccolo; eccolo li, un sorriso, ed eccolo che spunta e nasce spontaneo. Perché sei ancora qua; e se piangi è perché soffri e se soffri e sorridi è perché sei viva. E niente anche dietro le lacrime può renderti più felice nel renderti conto che tutto questo non ti ha uccisa ma resa migliore, più forte e fiera!

  • Giusi Maio – Stati d’Animo

    Le persone prima si prendono tutto di te, anche la tua libertà, poi quando vorresti anche tu partecipare al banchetto di te stesso, non lo accettano, devono continuare a sbranarti da sole. L’errore più grande è di chi sbrana o di chi ha permesso di farsi sbranare, inizialmente, con consapevolezza? Forse la seconda, ma di certo ci si può liberare dalla morsa, se lo si vuole, e aspettare che le cicatrici si rimargino. Di sicuro colui che apprende di più tra i due è lo sbranato perché lui ci penserà su molto a lungo prima di lasciare in giro, a chiunque, altri pezzi di se; lo sbranatore invece continuerà a cercare prede, perché, per suo istinto, non si sazia mai.