Claudio Visconti De Padua – Stati d’Animo
Viviamo con la costante sensazione di fare qualcosa, qualcosa di diverso, e il tempo che passa non ci dice cosa!
Viviamo con la costante sensazione di fare qualcosa, qualcosa di diverso, e il tempo che passa non ci dice cosa!
La finiamo con gli eccessi e gli struggimenti d’animo? Iniziamo a vedere le cose nane per come sono e non lasciandoci ammaliare ed anestetizzare dalle ombre riflesse nelle caverne del nostro cuore? Ho sempre creduto che se riuscissimo a catturare le impressioni, prima che con gli occhi, con il naso e le mani, le sensazioni che ne avremmo tratto sarebbero state complesse, ma nell’ordine del reale; gli occhi sono soggetti a troppi giochi di luce per dirsi obiettivi, come quando sei fuori, esposto troppo a lungo al sole, poi, entri a casa e vedi il sole dappertutto. Funziona più o meno così.
Ho camminato da sola, riparandomi sotto gli alberi quando pioveva, nessuno a mettermi una giacca sulle spalle o a dirmi, senti freddo? Fradicia mi sono alzata da sola, nessuna mano tesa verso di me, sono arrivata qui, adesso sono io che non voglio più l’aiuto di nessuno, perché vado fiera di me e del fatto che c’è l’ho fatta da sola.
Se non stai bene con te stesso, non stai bene con il resto.
L’istinto è guerriero, la ragione è saggezza, il cuore… la voce che “urla” contro ogni ragione.
Cancella con il tasto “ricordo” coloro che ti hanno fatto del male, che come topi rosicchiano ancora dentro al petto. Allontanati dalla loro falsità, carezze e lusinghe che sono le stesse che mormorano a chiunque gli interessi. Ricordati che quando avevi bisogno erano assenti e ti hanno lasciato sola con le tue angosce e paure. Vestiti di coraggio, sei una splendida farfalla, e se per un poco ti sei chiusa nel bozzolo per prudenza, ora è il momento di volare.
Non chiedo poi tanto, se aspiro a qualcosa che ripaghi un po’ delle mie sofferenze. Non sono altezzosa, se chiedo finalmente un po’ di sana serenità. E nemmeno egoista se adesso sento la strana necessità di pensare a me. Non odiatemi se ogni tanto vi dirò: “no. Mi dispiace, ma non posso”. Non giudicatemi se alcune volte non ascolterò le vostre paure e i vostri dolori. Non fraintendetemi se, pensando un po’ a me, mi sfuggirà un vostro silenzio pieno di parole. Ho solo staccato un attimo la spina dal “mondo” per poter ricollegare un po’ quella che ha riacceso finalmente “me stessa”.