Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
Dire a qualcuno “non pensarci” sortisce lo stesso effetto dello scrivere “non aprire” su un elegante cofanetto.
Dire a qualcuno “non pensarci” sortisce lo stesso effetto dello scrivere “non aprire” su un elegante cofanetto.
Ho assaporato momenti così bui che anche il minimo bagliore sa darmi una carica straordinaria. Ho assaggiato lacrime amare, ma così amare che anche il più piccolo gesto sono capace di ritenerlo un grandissimo dono. Ho fatto una fatica così disarmante per rialzarmi in determinati momenti che restare in piedi anche solo per un intero giorno, senza barcollare per me è un’enorme vittoria.
Starei ore a descrivermi per disegnarmi con contorni definiti. Precisione maniacale. Il foglio bianco mi perde con il suo niente pieno di tutto, senza coordinate, suggerimenti. Solo la mia proiezione completa. Tratti netti, marcati, rette tangenti ai bordi, bordi senza orli, orli pieni, straripanti. Straripo e rischio di fuoriuscire. Nessuna cornice, dopotutto, che sappia contenermi, solo disegno a mano libera. Ottimo passatempo in queste mie prigioni.
Ci sono due cose che non tollero nelle persone, la superficialità, e la stupidità per non capire quanto sono superficiali.
Ho guardato dentro mille occhi, ma forse in nessuno di essi ho saputo scorgere quel qualcosa in più che cerco. In nessuno di essi ho trovato quello che da troppo tempo ormai sembra essersi estinto. Mille bocche ho visto esprimersi in svariate parole, malgrado il loro tentativo di rassicurarmi, esse non hanno saputo fare in modo che io potessi fidarmi ed affidarmi. È come un sesto senso che ti frena. Come un “buco” che dilata lo stomaco. Non è facile ignorare le vecchie ferite, dimenticare la risalita dal dolore e tornare a guardare qualcuno con gli stessi occhi e ad ascoltarlo apprendendo le sue parole con la stessa fiducia. Difficile è risalire, ma ancor più difficile ricominciare qualcosa di nuovo con la stessa fiducia e lo stesso entusiasmo.
Basta crederci! Basta crederci un cavolo dico io! Non basta crederci se sei l’unico a farlo! Non basta crederci se non ti danno le basi per realizzare ciò in cui credi! Non sempre “crederci” basta, anzi. Spesso “crederci troppo” è la giusta strada per prenderlo bene bene nel culo e soffrire di più. Trascinando troppo a lungo qualcosa che doveva finire molto prima!
Mi piaccio così come sono, con i miei pregi e i miei difetti, e non devo provare niente a nessuno.
Ho assaporato momenti così bui che anche il minimo bagliore sa darmi una carica straordinaria. Ho assaggiato lacrime amare, ma così amare che anche il più piccolo gesto sono capace di ritenerlo un grandissimo dono. Ho fatto una fatica così disarmante per rialzarmi in determinati momenti che restare in piedi anche solo per un intero giorno, senza barcollare per me è un’enorme vittoria.
Starei ore a descrivermi per disegnarmi con contorni definiti. Precisione maniacale. Il foglio bianco mi perde con il suo niente pieno di tutto, senza coordinate, suggerimenti. Solo la mia proiezione completa. Tratti netti, marcati, rette tangenti ai bordi, bordi senza orli, orli pieni, straripanti. Straripo e rischio di fuoriuscire. Nessuna cornice, dopotutto, che sappia contenermi, solo disegno a mano libera. Ottimo passatempo in queste mie prigioni.
Ci sono due cose che non tollero nelle persone, la superficialità, e la stupidità per non capire quanto sono superficiali.
Ho guardato dentro mille occhi, ma forse in nessuno di essi ho saputo scorgere quel qualcosa in più che cerco. In nessuno di essi ho trovato quello che da troppo tempo ormai sembra essersi estinto. Mille bocche ho visto esprimersi in svariate parole, malgrado il loro tentativo di rassicurarmi, esse non hanno saputo fare in modo che io potessi fidarmi ed affidarmi. È come un sesto senso che ti frena. Come un “buco” che dilata lo stomaco. Non è facile ignorare le vecchie ferite, dimenticare la risalita dal dolore e tornare a guardare qualcuno con gli stessi occhi e ad ascoltarlo apprendendo le sue parole con la stessa fiducia. Difficile è risalire, ma ancor più difficile ricominciare qualcosa di nuovo con la stessa fiducia e lo stesso entusiasmo.
Basta crederci! Basta crederci un cavolo dico io! Non basta crederci se sei l’unico a farlo! Non basta crederci se non ti danno le basi per realizzare ciò in cui credi! Non sempre “crederci” basta, anzi. Spesso “crederci troppo” è la giusta strada per prenderlo bene bene nel culo e soffrire di più. Trascinando troppo a lungo qualcosa che doveva finire molto prima!
Mi piaccio così come sono, con i miei pregi e i miei difetti, e non devo provare niente a nessuno.
Ho assaporato momenti così bui che anche il minimo bagliore sa darmi una carica straordinaria. Ho assaggiato lacrime amare, ma così amare che anche il più piccolo gesto sono capace di ritenerlo un grandissimo dono. Ho fatto una fatica così disarmante per rialzarmi in determinati momenti che restare in piedi anche solo per un intero giorno, senza barcollare per me è un’enorme vittoria.
Starei ore a descrivermi per disegnarmi con contorni definiti. Precisione maniacale. Il foglio bianco mi perde con il suo niente pieno di tutto, senza coordinate, suggerimenti. Solo la mia proiezione completa. Tratti netti, marcati, rette tangenti ai bordi, bordi senza orli, orli pieni, straripanti. Straripo e rischio di fuoriuscire. Nessuna cornice, dopotutto, che sappia contenermi, solo disegno a mano libera. Ottimo passatempo in queste mie prigioni.
Ci sono due cose che non tollero nelle persone, la superficialità, e la stupidità per non capire quanto sono superficiali.
Ho guardato dentro mille occhi, ma forse in nessuno di essi ho saputo scorgere quel qualcosa in più che cerco. In nessuno di essi ho trovato quello che da troppo tempo ormai sembra essersi estinto. Mille bocche ho visto esprimersi in svariate parole, malgrado il loro tentativo di rassicurarmi, esse non hanno saputo fare in modo che io potessi fidarmi ed affidarmi. È come un sesto senso che ti frena. Come un “buco” che dilata lo stomaco. Non è facile ignorare le vecchie ferite, dimenticare la risalita dal dolore e tornare a guardare qualcuno con gli stessi occhi e ad ascoltarlo apprendendo le sue parole con la stessa fiducia. Difficile è risalire, ma ancor più difficile ricominciare qualcosa di nuovo con la stessa fiducia e lo stesso entusiasmo.
Basta crederci! Basta crederci un cavolo dico io! Non basta crederci se sei l’unico a farlo! Non basta crederci se non ti danno le basi per realizzare ciò in cui credi! Non sempre “crederci” basta, anzi. Spesso “crederci troppo” è la giusta strada per prenderlo bene bene nel culo e soffrire di più. Trascinando troppo a lungo qualcosa che doveva finire molto prima!
Mi piaccio così come sono, con i miei pregi e i miei difetti, e non devo provare niente a nessuno.