Maria Suppa – Stati d’Animo
I silenzi hanno sempre una domanda, e sanno dare subito una risposta.
I silenzi hanno sempre una domanda, e sanno dare subito una risposta.
Ho tutto perché del resto non m’interessa niente.
Era un sabato sera di dicembre. Ero nella mia stanza e stavo bevendo molto più del solito. Mi accendevo una sigaretta dietro l’altra pensando alle ragazze, alla città, e agli anni che avevo davanti a me. Guardavo davanti a me e non mi piaceva quasi niente di quello che vedevo. Non ero un misantropo o un misogino ma mi piaceva star solo. Si stava bene seduti tutti soli in uno spazio ristretto a fumare e a bere. Avevo sempre fatto ottima compagnia a me stesso.
Approfittare di ciò che abbiamo sofferto è la più meschina dimostrazione che ogni lacrima versata era dovuta, ce la meritavamo. Il dolore è come il giocattolo preferito: ognuno ha avuto il suo, ben nascosto, al riparo da mani e occhi indiscreti che non avrebbero saputo come giocarci.
Tutti abbiamo bisogno di una spalla a cui appoggiarci quando gli occhi hanno due possibilità, o chiudersi per dormire o aprirli e lasciare sgorgare le lacrime.
Adoro tutto ciò che intelligentemente è fuori dal comune, adoro le notti improvvisate, adoro le persone dirette, quelle che una parola è poco e due sono troppe, adoro i brividi di qualsiasi natura, adoro le api e le farfalle, adoro i sapori, adoro i suoni e il rumore del mare, come il silenzio della montagna, adoro fermarmi di colpo e non capire dove sono, adoro perdermi allegramente, adoro ridere in compagnia e ridere da solo pensando a cosa mi fa ridere, adoro fare l’amore senza mai chiudere gli occhi e chiuderli quando finisce, adoro la natura incontaminata, adoro la vita, la mia vita.
Ci sono urli della mente che sconvolgono l’anima, il cuore si svuota dall’amore e dai sogni e si frantuma come un cristallo; persone che dicono di amare e che poi tradiscono; recitano una parte presa da un copione, usano sempre le stesse parole con chiunque, prive di qualsiasi azione. Sconvolgono il cuore e, senza pietà lo privano dei battiti che morto galleggia nel petto per lungo tempo.