Anna Maria Neculai – Stati d’Animo
Da grande avrei voluto fare l’ottimista.
Da grande avrei voluto fare l’ottimista.
Nella vita tutti attraversiamo periodi di buio, ma siamo noi a decidere se rimanere immobili aspettando che qualcuno arrivi a farci luce o se camminare, pur non vedendo nulla, e andare avanti guardandoci intorno per cercare un punto di luce e raggiungerlo.
Scissioni elettive. Li chiamo così i frammenti che saltano in aria come mine vaganti, a rischio scoppio, da quel mio me centrale che avrebbe bisogno di interezza. Proiezioni. Salti funambolici tra il trapezio del Sé e l’isoscele dell’Io. Tonalità. Crome e diesis che mi urlano dentro in sinfonie distorte e stonate. E più mi urlo, mi urlano, più m’insonorizzo e più non mi do retta. Il “no” è la mia ottava nota musicale. Mi sbatto gli occhi in faccia. Mi allontano, di schiena. C’è chi si prende le misure; io mi prendo le distanze.
Sono una persona che comprende, una che ascolta chiunque si vuole raccontare. Ma sono anche una che non sopporta chi con finzione, furbizia e finto buonismo, si avvale di giudizi superficiali e frettolosi, cattivi e calpestanti. Quei giudizi che gratuitamente spaccano il cuore, quelli che nella cattiveria più totale feriscono e uccidono più di un veleno letale!
I nostri pensieri sono simili a pezzi di colore che assemblati ed agitati nel barattolo del cuore creano meraviglie, che senza un pizzico di originalità non potremmo mai creare.
Ti auguro di trovare la pace lassù, visto che quaggiù non l’hai mai avuta.
Aspettando sto cazzo di treno che non passa mai, mi sono chiesto: non è che ho sbagliato stazione?