Jean-Paul Malfatti – Stati d’Animo
Non sono né ateo né credente né, tantomeno, satanista. Che cosa sono io? Sono solo me stesso con tutti i miei difetti e pregi, ma ancora me stesso.
Non sono né ateo né credente né, tantomeno, satanista. Che cosa sono io? Sono solo me stesso con tutti i miei difetti e pregi, ma ancora me stesso.
Rumore ardenteLo sguardo assordanteVoce taciuta.
Ci sono persone così piccole che quando cadono nessuno le sente.
Troppe volte fingerai di stare bene e ti maschererai di un sorriso apparentemente sereno e vero. Non sempre si riesce a dire ciò che ci angoscia e ci oscura l’anima. Per questo ci può capitare di vivere periodi così detti in “ombra”! Ne ho visti, vissuti e superati tanti di questi momenti, ma c’è un lato positivo in essi; grazie a loro si impara a ritrovare la luce, il valore delle piccole cose e soprattutto aiuta a capire chi veramente merita di averti vicino e chi veramente ha meritato di starci fino ad oggi.
Alla donna che sono, tolgo le mani di dosso di chi vuole grattarle via i segreti e derubarle i misteri e le confessioni fatte a notte fonda e sottovoce, tra anima ed agonia. Alla donna che sono, evito le intenzioni incapaci degli inesperti che la rendono ‘cosà sotto strati di oscenità, gettando sotto al letto la lettera scarlatta che l’è bruciata sul petto. Alla donna che sono, sottraggo i colori sbiaditi, adeguandoli alle sue iridi per arrivare, in un tuffo, alle pupille che si dilatano e si restringono a seconda di luce e buio. Alla donna che sono, regalo più carne e ossa per rivestire le ferite e camuffare le ammaccature, quelle morali e quelle vere di un tempo, inferte da mani violente e decido di farla vivere di sussurri e bisbigli, ché gli urli sono laceranti e l’hanno sempre spaventata. Alla donna che sono, do la possibilità di desiderare di nuovo e di fare l’amore come lo sapeva fare, perché… beh, sarebbe un peccato non farlo! Alla donna che sono, tolgo la taglia dalla testa, come fosse stata un’assassina ed invece, quella morta ammazzata è stata proprio lei. Alla donna che sono, dedico parole in poesia, sempre, ogni giorno, per ricordarle come viva con la sua testa.
Libero è il canto del viandante che vive il suo cammino, egli sa che non esiste fine al suo avanzare verso il limpido orizzonte che scorge. La sua voce toccherà luoghi lontani e il vento si vestirà fiero dell’eco delle sue parole.Procede con passo certo il viandante scevro da inutili pesi, il suo pellegrinare tra le molteplici avversità, diverrà, leggiadro soffio tra i fiori odorosi del suo giardino, perché solo chi conosce la via, ha in mano la bilancia della saggezza.
Nella vita quante sere nere siamo capaci di sopportare? E spesso non possiamo fare altro che dare la colpa solo a noi stessi.