Carla Santantonio – Stati d’Animo
Eccola quieta e silenziosala notteinsinua dubbi e incertezze…il suo buio avvolge la mia anima,ma il mio cuore ancora sano,ancora ricco di speranzasi illuminae speranzoso si addormenta nella luce dei sogni.
Eccola quieta e silenziosala notteinsinua dubbi e incertezze…il suo buio avvolge la mia anima,ma il mio cuore ancora sano,ancora ricco di speranzasi illuminae speranzoso si addormenta nella luce dei sogni.
Solitudine, solo tu puoi capirmi. Solo tu puoi capire le mie lacrime senza senso, solo tu puoi capire i miei silenzi e i miei sproloqui, solo tu puoi capire le mie illusioni e le mie speranze, solo tu puoi capire la mia strafottenza e la mia sensibilità, solo tu puoi capire i miei sorrisi, solo tu puoi capire il mio cuore e il mio cervello.Solo tu puoi dare un senso a tutto ciò che un senso non lo ha.
Nel vero bisogno del tuo cuore trovi l’umiltà di saperlo confessare.
Essere fragili è un punto di forza. Quando senti che stai cadendo a pezzi hai il senso del tuo limite, la tua mente o il tuo corpo ti avvertono che sei arrivato e che devi fermarti o attingere da altre risorse. Non è fare i conti coi propri errori a rendere forti, ma sapere che non lo sono più, che il peggio è passato e hai maturato una consapevolezza maggiore di quello che sei. Calvino scrive “a volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.”
Mentre tutti vanno al mare io mi godo il silenzio della stanza.
Non mi stupisco se quasi nessuno mi capisce; Mi rendo perfettamente conto che sono troppo complessa per le vostre umane menti.
Erano sottili e ben strani, pensava, i collegamenti che si potevano stabilire tra cose in apparenza non connesse: dipinti, parole, ricordi, orrore. Sembrava che tutto il caos del mondo, disseminato in qualche modo sulla Terra dal capriccio di dèi ubriachi o imbecilli – una spiegazione valeva l’altra – o di spietate fatalità, potesse vedersi di colpo ordinato, trasformato in un insieme dalle proporzioni precise, sotto la chiave di un’immagine inaspettata, una parola detta per caso, un sentimento, un quadro contemplato insieme ad una donna morta dieci anni prima, ricordato adesso e ridipinto alla luce di una biografia diversa da quella di chi l’aveva concepito. Di uno sguardo che forse lo arricchiva e lo spiegava.