Valeria Merlotti – Stati d’Animo
A volte avrei voluto poter fermare il tempo in quegli attimi assoluti di felicità che, in cuor mio, sapevo non sarebbero più ritornati.
A volte avrei voluto poter fermare il tempo in quegli attimi assoluti di felicità che, in cuor mio, sapevo non sarebbero più ritornati.
L’ho visto quel tramonto, era ferito di rosso e tra le vene, il volo di rondini. Dentro, mi si riversava l’ultimo raggio. Sotto, si apriva la sera. Certi umori hanno l’olio dei quadri esistenziali dipinti dalle ciglia al cuore e lì restano, senza cornici, a continuare i colori.
Avrei voglia di sorridere, ma non riesco, avrei voglia di un abbraccio che non c’è di un sorriso che non c’è, avrei voglia di qualcuno che mi prendesse per mano e mi dicesse: vieni non sei sola, quante cose avrei voglia, ma, l’erba voglia non cresce. E quel che voglio non c’è! Ed io resto qui, nel mio avrei voglia, che muore nel voglio!
Il caldo mi fiacca, l’estate mi stanca, chi parla invano e non fa nulla di costruttivo mi scarica la volontà.
Nella giovinezza la ribellione ci porta a rinnegare quei tratti caratteriali ereditati dai genitori. Per poi riscoprirli e amarli, maturando, come fossero veramente l’unica cosa che di loro ci rimane.
Il silenzio è la più perfetta espressione del disprezzo.
Trascorsero insieme settimane di piccola, intaccabile felicità.