Voltaire (François Marie Arouet) – Stati d’Animo
La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore.
La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore.
Starei per ore ad ammirare l’edera che si avviluppa a rete ed arbusti. Come se non dovesse abbandonarli mai. Come la falce – violenta – tagli via tutto, è un’altra storia. Come l’edera mutilata si riallunghi per intricarsi ed avvincersi a nuovi appoggi, non so se è una storia, ma è così che, sempre, succede!
Soffriamo perché crediamo di meritare quella sofferenza. Dovremmo liberarsi dei nostri mali il prima possibile, prima di creare un male maggiore, una vita di tristezza. Il segreto? Il perdono. Il dono più grande che possiamo farci.
Non mi fermo più a cercar di capire le persone, a comprendere i cambiamenti. No. Non ho la minima intenzione di farlo. Non mi fermo più a cercar di riprendere giorni o un qualcosa che non è più mio. Preferisco perdermi in me stessa, fra le mie dita, i miei riccioli e la mia anima. È il luogo in cui mi trovo meglio. Perché l’anima la indosso tutti i giorni. La gente no, certa gente, posso evitarla. Non mi fermo più a “raccogliere” nessuno. Chi ci tiene cammina al mio fianco e tiene il passo. Badando bene che anche coi tacchi non mi perdo e vado veloce, sicura.
Solitudine, tristezza, amarezza, litigi, incomprensioni, amicizie perdute. Questa è la vita mia.
Sorgo da origini già moribonde, figlia di figli interrotti, progenie barbara ed io, spezzata nei cordoni ombelicali, prematura, recisa, ad ingurgitare placenta buona e seme cattivo. Psicosi in eredità trasmessa per via epatica, sintomo delle lacerazioni e virus di deliri, ebola paterna, trasfusione di vizi e destini prefigurati. Genetica omicida.
Confusione, con-fusione, mi fondo in me per ritrovare te. Eco molle, risonanza emozionale. Babele di sapori, bolgia di odori, zibaldone di ricordi, mescolanza di me e di te, nuova miscela. Fusa con la carne, confusa con i pensieri, stritolata dalle ossa, le parole e le promesse, uccisa e dimenticata. Sono confusa, mi confondo, anonima, tra la folla.