Wendell Phillips – Stati d’Animo
Ogni uomo alla fine incontra la sua Waterloo.
Ogni uomo alla fine incontra la sua Waterloo.
Appartenersi significa “esserci” oltre il tempo, oltre l’orgoglio e soprattutto oltre le parole.
Non mi vergogno di quello che sono, ma di quello che non sono, di quello che “avrei”, “sarei” e delle ipotesi condizionali e condizionate, indicativo presente di un passato remoto imperfetto. Analisi di un periodo in cui protasi ed apodosi difficilmente sono consequenziali, un ablativo assoluto che mi strangola gli slanci verso il futuro.
Forse, ha più paura chi sta dentro alla recinzione di filo spinato, costruita bucandosi le mani pur di mettersi al sicuro, acconsentendo a farsi colpire solo dal cielo quando piove, rimanendo in ginocchio nel fango e con le mani aperte, le braccia alzate in segno di preghiera perché la pioggia cessi. Credo. Penso tema più chi sta dentro al cerchio di fuoco, appiccandosi i roghi nel cuore, tenendo le belve fuori, ma facendosi divorare dai mostri dentro. Deve avere serrature strane, l’anima e chiavi di ferro, la solitudine e cardini di forgia indistruttibile, il tormento quando la tormenta, dentro e fuori, spazza e sfinisce.
Vado incontro al giorno e, se sarà il mio ultimo giorno, sarà il mio giorno migliore.
Osservare la gente, catturare con un semplice sguardo la loro felicità o la loro tristezza, è così facile, soprattutto se nei tuoi pensieri scorre la malinconia.
Adoro ritrovarmi negli occhi del prossimo come fossero cielo, accogliere gli sguardi come fossero carezze, vivere le parole come fossero abbracci. Se siamo su questa terra è perché ci appartiene e ci apparteniamo. Si, su questa terra – almeno credo – ci ritroviamo.