Heinrich Heine – Stati d’Animo
Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono.
Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono.
Certe volte mi sdoppio, perché ho il cuore altrove e la testa che funesta il mio “dove”!
Ho una luce, un sogno, quello di essere capita, rispettata e anche amata. Ho una luce dentro che mi spinge a non mollare, a non arrendermi a un mondo che non mi piace, un mondo superficiale e vuoto, un mondo che non mi appartiene. Io voglio trovare la mia strada, la mia luce, il mio mondo, questa è la mia speranza! Questo è il mio coraggio.
Quando tutte le nostre certezze crollano, troviamo la luce, l’unico spiraglio nell’oscurità.
Vedo un paesaggio all’orizzonte, già visto e conosciuto, che si ripresenta sotto diverse spoglie. Con una coltre di neve ad imbiancare i miei mai persi ricordi. Tanta è ora la voglia di tuffarsi in questo bianco mare, con la consapevolezza di potersi fare molto male, ma non mi sono mai opposto a me stesso, e a ciò che desideravo davvero, e non mi fermerà di certo ora il dolore. E quella immacolata neve, di quei paesaggi familiari, oltre questo spaventoso nero senza via di uscita, mi spinge a provarci ancora, e a ritrovarti. Se vuoi aspettami, un giorno ritornerò da te, e giocheremo come due bimbi di nuovo insieme nella neve.
Quando è sincero e non richiesto. Quando è un’esigenza e non un atto dovuto. Quando nasce spontaneo dal cuore e non dalla mente, allora trovi in un abbraccio quel rifugio che da tanto cercavi e finalmente sei in pace, in pace con te stesso e con il mondo intero.
I pensieri della notte diventano quasi un mutamento genetico, uno ne inghiotte un altro e quello di prima divora il precedente. Si forma così una lunga coda di reminiscenze e facce, più o meno piacevoli, da ricordare prima che l’incoscienza prenda il sopravvento.