Manuela Camporaso – Tempi Moderni
Corsa libera per schiantarsi contro un infinito finito. Prigione che sprigiona odore di marcio. Un gioco di parole per la luna di questa notte. Come un sole freddo sono le parole che non conoscono la primavera.
Corsa libera per schiantarsi contro un infinito finito. Prigione che sprigiona odore di marcio. Un gioco di parole per la luna di questa notte. Come un sole freddo sono le parole che non conoscono la primavera.
Il mondo è più duro di quanto non lo fosse tempo fa, mentre ci addentriamo nell’era del computer.
La gente che indossa maschere di perbenismo sono per la stragrande maggioranza il peggiore di tutti gli esempi.
Ricordo con nostalgia le indossatrici degli anni Sessanta: sorridenti, scivolavano leggiadre e leggere come libellule sulla passerella e sembrava non la toccassero affatto. E vedo quelle di oggi, con quel cipiglio da incazzate, con quella stupida andatura a passo incrociato che di tanto in tanto le fa incespicare, e alzano le ginocchia, e percorrono la corsia con la grazia di un artigliere da montagna che s’inerpica sulla mulattiera portando sul groppone un mortaio da 80 millimetri. E ogni tanto tirano telefonini in testa alla cameriera.
C’è una sola verità sulle colpe della crisi e del paese, che non sapremo mai la verità.
Viviamo in un mondo ormai senza valori e principi e viviamo di falsità e vanità del niente.
Non faccio in tempo a non seguire una moda, che mi vedo costretto subito dopo a ignorarne una nuova.