Nicolò Cavasin – Tempi Moderni
Il tempo non fugge mai così tardo quanto dalle mani delle donne.
Il tempo non fugge mai così tardo quanto dalle mani delle donne.
Aveva capito che fra tutte le ferite che gli anni del Cavaliere avevano dato alla cultura e alla politica del nostro paese, quella inferta al pluralismo dell’informazione colpiva non solo l’essenza stessa della nostra delicata democrazia, ma soprattutto i sentimenti della gente, che aveva ormai identificato in Biagi l’uomo, il giornalista libero e scomodo, che criticava sorridendo, che si opponeva con la forza delle idee e non con le grida della superficialità. Che usava parole semplici e antichi detti popolani per fare a pezzi le falsità dei nuovi slogan pubblicitari.
Si perde tanto tempo a scegliere il colore giusto del piercing labiale in base al colore dei denti, il colore della borsa in base alle scarpe, il colore dei capelli in base all’incarnato, e così poco tempo, invece, ad abbinare un cervello a quell’involucro di esteriorità.
Un giornalista di solito non fa il giornalista.
In un’era in cui l’apparenza è tutto, è davvero difficile essere se stessi.
Il lupo perde la moda, ma non il suo stile.
Ho dovuto ammazzare il tempo per trovarmi un tempo morto.