Luciano Berio – Tempi Moderni
Siamo macchine stupefacenti, programmati come computer.
Siamo macchine stupefacenti, programmati come computer.
Imu 2012. Che sorpresa! Una vera bomba! Il Cavaliere ha colpito ancora. I suoi detrattori sono basiti, immaginano già che non c’è trippa per gatti. I loro attacchi a Berlusconi, ormai non convincono più nessuno.
Cercare la speranza e farla crescere, coltivarla in noi stessi e in chi ci sta vicino, non arrendersi a ciò che adesso la società ci impone, alla sua volgarità, alla sua violenza, ma vedere tra queste cose dei segnali di cambiamento, custodirli e alimentarli come nell’antica Roma le Vestali custodivano il fuoco. Senza sonno né distrazione.
Stanno ideando e realizzando l’inverosimile pur di non morire di noia. Spiace schiantare quest’illusione: la noia non hai mai ucciso nessuno. Tutt’al più “può condurre a una incidenza doppia di casi di decesso dovuti a ictus o ad attacchi cardiaci”
Su facebook si vive di parole rubate, mentre nella realtà si muore di parole mai pronunciate.
Il poveraccio che chiami così è magari un padre che sta lottando contro tutti per poter lavorare e rendere felici i propri figli, la ragazza che chiami anoressica sta cercando di mangiare e non di vomitare, la signora che chiami vecchia sta tentando di farsi accettare non per le rughe ma per l’esperienza che ti può raccontare come si raccontano le storie di vita, il ragazzo gay non è un diverso ma è colui che riesce a mostrarsi al mondo per quello che è, senza vergogna. Se non sai nulla di loro, osservali, aprendo gli occhi e non la bocca.
Sì, all’origine delle origini, molto prima delle chiacchiere accademiche, è il silenzio a celebrare la bellezza del racconto.