Alex Pramix – Tristezza
Quello che cammina non sono io, ma ciò che resta di me, un miscuglio di incredulità, apprensione e rabbia.
Quello che cammina non sono io, ma ciò che resta di me, un miscuglio di incredulità, apprensione e rabbia.
Perché voglio liberarmiDall’idea che non mi vuoie mi tuffo nell’immensoDella mia banalitàe va bene anche se ho persoe chi ha vinto non si sa.
Se tutto ti va male ed hai toccato il fondo, puoi soltanto risalire la china. Però, se ti trovi in alto mare, puoi ancora affondare.
L’infelicità deve essere commisurata non tanto al male in sé, quanto al carattere di chi soffre.
Il dolore è affettuoso non ti abbandona mai.
Non c’è giorno a cui non segua la notte, non c’è notte senza alba, né gioia imperitura, né dolore infinito.
E poi sai che infondo al cuore qualcosa è cambiato. Sarà la troppa attesa, le troppe delusioni, sarà quel tempo incessante che hai aspettato invano qualcosa che non è mai arrivato. Ti fermi davanti a quel vuoto che turbolento si è formato tutt’intorno a quel qualcosa che non riconosci quasi più. Guardi lontano, e mentre le certezze crollano tu continui a sperare, anche se ormai pian piano ti stai allontanando da ciò che hai dentro.