Matteo Casella – Tristezza
Mi svegliavo, la sua mano, un sorriso. Ora ricordi, angoscia, solitudine.
Mi svegliavo, la sua mano, un sorriso. Ora ricordi, angoscia, solitudine.
Nulla di quello che ti ha segnato un solco nel cuore sparisce. Quando non c’è più si addormenta soltanto per no farti sentire il dolore.
Ieri come scusa ho detto di essere stanca, oggi come scusa ho detto di essere triste, domani dirò sinceramente di essere stanca di essere triste.
Cos’è la realtà se non la tristezza materializzata…
Non ho chiesto a nessuno di ricucirmi le ferite, di ricompormi il cuore o di risolvere i miei problemi. Non ho mai chiesto a nessuno di accudirmi o di proteggermi. Ho però chiesto con gesti e a volte anche con le parole di non allargare ulteriormente le mie ferite, di non ridurre in briciole quei pezzi rimasti del mio cuore e di non crearmi ulteriori pensieri. Ho chiesto di starmi vicino solo se era voluto e sentito perché solo così avrei avuto un posto dove sentirmi protetta/o.
Le parole non finiscono mai. Finisce la voglia di dirle, di ripeterle, per l’ennesima volta.
Talvolta siamo così masochisti da tatuare ogni dolore nella memoria.