Mario Bucci – Tristezza
Perché temere tanto ciò che è definibile come dolore? Non si teme l’acutezza dello stesso… ma la durata.
Perché temere tanto ciò che è definibile come dolore? Non si teme l’acutezza dello stesso… ma la durata.
Quando piangi ricordati che c’è stato un tempo in cui il sorriso illuminava il tuo volto. Torna a cercarlo, ma non dietro te; ma solo ed esclusivamente nel nuovo che hai di fronte.
A volte devo confondere il pensiero, perché è troppo forte l’emozione del tuo ricordo; vattene via dolce malinconia, portati via la sua allegria, porta con te la sua scia, lasciami solo il tormento di quei preziosi momenti che appartengono a un tempo che fu infinito.
Quante lacrime ancora ha in serbo per me questa vita che da tempo non sorride più? Quante? Quante lacrime e dolori bruceranno quest’anima ancora? Quante!? Ho smesso di chiedere, eppure ancora chiedo! Mentre le lacrime scivolano nel silenzio, un silenzio che uccide anche il dolore, dolore esistente in queste lacrime che gridano pietà, in questa vita che resta in silenzio, nell’anima che brucia e grida disperata, ti prego basta vita, basta, basta, lasciami andare!
Improvvisamente lo vedo quasi correre attraverso la stanza e ritrovo le sue braccia intorno a me. È così doloroso a volte stare vicini. Sì, lo è, quando si è lontani spesso anche il dolore si allontana.
Camminando lungo il sentiero della mia immaginazione, la mia anima si perde piangendo lacrime di disperazione.
Un addio spesso si prende le tue lacrime, senza mai trascurare il cuore.