Paulo Coelho – Tristezza
Io sono come tutti gli altri: vedo il mondo come vorrei che andasse, e non come va veramente.
Io sono come tutti gli altri: vedo il mondo come vorrei che andasse, e non come va veramente.
Tristezza:è ridere quando si vuole piangere.È andare via quando si vuole rimanere.È ricevere un no quando si aspetta un sì.È prima di tutto, odiare quando si vuole amare.
Il più grande errore che un essere umano possa fare è, provare a dimenticare il dolore che prova, un dolore non si dimentica, torna sempre, più forte e straziante che mai, forse si dovrebbe solo imparare a conviverci.
– Il dolore ti angoscia, ti spiazza, ti fa agire d’istinto. Ma noi dobbiamo esserne il più immuni possibile. Dobbiamo reagire al dolore, prima che questo prenda il sopravvento e ci ammazzi tutti. Dobbiamo stare tranquilli e non farci prendere dal panico -. Si portò una mano sulla fronte. – Soffrire non è una cosa innaturale. Il dolore fa parte della vita ed è giusto provarlo, ma è altresì corretto combatterlo con tutte le nostre forze. È come un mare agitato che noi dobbiamo essere in grado di affrontare senza rimanere vittime delle sue onde. Se ci lasciamo intrappolare, restiamo prigionieri del dolore. La sofferenza è una prova della vita, la sofferenza insegna -. Serrò la mascella e alzò l’indice della mano destra. – “Pathei mathos” – recitò. Si passò la lingua sulle labbra e aggiunse: – Sta a noi affrontare il dolore a testa alta. Sta a noi reagire.
Un luogo lontano lo si raggiunge, un cuore lontano non si raggiunge mai.
Sarà per la prima volta che io chiuderò gli stessi occhi con cui ti guardavo e ti amavo per non vedere più i tuoi.
Lo sguardo vuoto, fisso al soffitto, la sigaretta che lentamente si consuma, mentre mi chiedo se il destino si diverta a giocare brutti scherzi, che se non ci fossimo conosciuti sarebbe andato tutto meglio, sei sbucata nella mia vita all’improvviso, come un piccolo fiore primaverile, piano piano hai riempito i miei vuoti spazzando via dubbi e incertezze, eri il sole che illuminava le mie giornate, eri l’aria che respiravo. Ho lasciato che il mio cuore mi guidasse, ma esso non ha cervello per pensare, occhi per vedere, non può immaginare il dolore di un amore finito senza un perché, non sa cosa significhi dover rinunciare alla persona che ami. Forse se non lo avessi ascoltato oggi non sarai qui a scrivere, forse avrei il coraggio di vivere, perché da quella maledetta sera in cui hai fatto crollare il mio mondo non riesco più a trovare un motivo per ricominciare, la tua voce così fredda e distaccata ha fermato il mio tempo, lasciandomi in ginocchio senza la forza di reagire, ho supplicato che qualcuno mi svegliasse, ho sperato con tutto me stesso che fosse solo un incubo, ma purtroppo era tutto reale, e benché mi nasconda dietro finti sorrisi, la mia anima è ancora lì in ginocchio, niente riesce a scuoterla, niente gioia ne vane speranze, solo il dolore che lentamente la consuma, come una sigaretta che stà per spegnersi.