Johann Kaspar Lavater – Uomini & Donne
Diffida dell’uomo a cui piace tutto, di quello che odia tutto e, ancora di più, di colui che è indifferente a tutto.
Diffida dell’uomo a cui piace tutto, di quello che odia tutto e, ancora di più, di colui che è indifferente a tutto.
Chi può misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando questo si trova prigioniero e intrappolato nel corpo di una donna?
La gente vede il sesso per quello che rappresenta, nel migliore dei casi, e non per quello che è.
Col senno di poi, dopo che ti sei scontrata con la realtà riesci a capire il significato di certe frasi, di certe poesie, di certe allusioni e ti rendi conto che non erano dirette a te. Capisci che ti eri di nuovo illusa!
Lei era speciale, riusciva a ricavare dalle macerie del cuore i semi più forti, e li piantava nel suo cuore ed io al loro germogliare mi nutrivo dei suoi frutti. La sua anima era per me un albero di svariati frutti dai gusti più intensi, e nessuno poteva capirne l’essenza, il gusto, il sapore la nostra era una passione ricca di sentimenti fruttuosi.
Chiusa nel suo labirinto di sofferenza, si piega ma non cade! Piange in solitudine ma si solleva, ama senza condizioni, vela le sue tribolazioni! La donna! L’invenzione più bella di Dio!
Io sto pensando una cosa: filosofia viene tradotta sempre con amore per la saggezza. Ma non è così, è il contrario: non è amore per la saggezza, è saggezza dell’amore. E allora la figura dell’amore è innanzitutto intersoggettività, è scambio. Cioè la verità non deve emergere come un corpo dottrinale: questa è la sapienza, non è la filosofia. Deve nascere dal dialogo. Dal dialogo tra due persone. Dialogo con l’altro e soprattutto con quell’altro che è la donna. Perché come mai nella storia della filosofia non compare mai una donna: che cos’è questo essere messo fuori gioco? Forse che la donna navighi in regioni non eccessivamente logiche che mettono paura agli uomini? Queste sono domande che io mi pongo.