Catia Ciullo – Viaggi e vacanze
Certe sere son così… vuoi fuggire dai tuoi pensieri che rincorrono più veloci di dove le tue gambe ti potranno mai portare.
Certe sere son così… vuoi fuggire dai tuoi pensieri che rincorrono più veloci di dove le tue gambe ti potranno mai portare.
Non è partire, è fuggire con la valigia disordinata, un aereo al posto delle scarpe ed i chilometri nella testa.
Si può partire pur rimanendo ben saldi a terra, e questi sono i viaggi migliori.
La perfezione non esiste, ma nonostante tutto la cerchiamo! Ma non cerchiamo quella perfezione che tutti vogliono, noi cerchiamo quella perfezione che ci fa stare bene, che ci fa sentire migliori anche se poi, in realtà, non lo siamo. Sentirsi uniche pur non essendolo, sentirsi felici, realizzati, soddisfatti di cosa siamo o potremmo essere, di cosa cerchiamo in questa vita che scorre troppo in fretta per poter cercare troppo.
Ho osservato lo sguardo di una donna, era persa nel vuoto! Chissà cosa pensava? Le parlavo e lei non mi rispondeva poi ha girato lo sguardo verso di me, mi ha guardata cinque secondi e se ne è andata. Forse non dovevo disturbarla!?
Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
Ogni luogo ha qualcosa di bello, o di brutto, da offrire.