John Ernst Steinbeck – Viaggi e vacanze
La gente non fa un viaggio. È il viaggio che fa la gente.
La gente non fa un viaggio. È il viaggio che fa la gente.
Mare lento e assolato, onde silenziose. Profumi intensi di resine. Fruscio di foglie, scintillio di neve. Colori inattesi, petali, ali leggere. Aroma di pane sfornato, una fontanella. L’ombra di un pino: un bel Brunello, salame e sfilatino, nel sottofondo delle cicale. Basta così.
Viaggiare, viaggiare. C’è chi viaggia per dimenticare e chi per ritrovare dei ricordi, finiti, di qualcosa che è stato, che si vorrebbe vivere di nuovo, con le stesse emozioni. Viaggiare per scoprire luoghi meravigliosi. O semplicemente per curiosità. Per riposarsi, o per lavorare… L’elenco è infinito. Ma il viaggiare è una cosa bellissima. Solo la parola fa venire voglia di andare via, lasciando tutto il resto qui, solo per scoprire il mondo che ci circonda. Unico e speciale.
Da due anni egli percorre il mondo. Niente telefono, niente piscina, niente animali domestici, niente sigarette.Libertà estrema. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui casa è la strada. Così ora, dopo due anni di cammino, arriva l’ultima e più grande Avventura; l’apogeo della battaglia per distruggere l’ipocrita dentro e concludere vittoriosamente la rivoluzione spirituale. Per non essere più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia.
Uno che medita un assassinio, se può sfogarsi in tempo, alle volte non lo commette più.
Sono qui sdraiato sulla sabbia,Il sole mi avvolge con il suo caldo abbraccio.Il rumore delle onde aiuta la mia fantasia,è bello sentire il dolce giocare dei bambini in allegria…Il piacere delle vacanze che sono appena incominciate;Mi riempie di gioia perché tanto desiderate.Mi rendo conto di quanto son fortunatoPerché nella mia amata terra, dopo tanto son tornato.E la mia gioia più grande e questo è a prioriè il riabbracciare voi, tanto amati genitori…
In viaggio, si vive quasi sempre nel hic et nunc.