Daniela Husar – Vita
Bisogna tingere il pennello nel proprio cuore per poi disegnare il capolavoro della propria vita.
Bisogna tingere il pennello nel proprio cuore per poi disegnare il capolavoro della propria vita.
Siamo così bravi a “recitare” che sembriamo tutti attori di teatro. L’ultima scena terminerà, il sipario scenderà, protagonisti e pubblico torneranno a casa, tutto finirà, invece no! I più attenti sanno che ci sarà un seguito, e si stanno preparando per questa “parte”: la più importante!
Non è il nome a fare di un individuo quell’uomo, Ma è la persona che sceglie di essere a denotarne il nome.
Non è mai insignificante vivere la vitaanche se il più delle volteessa faccia un po’ parte della sofferenza,falsità, discordia e quant’altro…l’importante è poter conoscere nonostante tuttola persona che ci farà del maleper poterne poi valutare la differenza…paragonando la cattiveria a degli esseri speciali…
Oggi sono stata in cimitero, come è “abitudine di questo giorno”, antica tradizione di tutto il paese da nord a sud. Il cimitero era un tappeto fiorito. Le tombe pulite e lucide vestite con l’abito della festa. Sembrava di passeggiare attraverso il concorso “la tomba più bella”. Ma finito questo giorno, calerà il sipario sull’apparenza, i fiori si seccheranno, e per un anno quasi nessuno sentirà il bisogno vestire quelle tombe fino al prossimo gran gala.
E io che vivo di sogni, morirò di illusioni.
Ma quanto vive l’uomo? Vive mille anni o uno solo? Vive una settimana o più secoli? Per quanto tempo muore l’uomo? Che vuol dire per sempre?