Federico Cerulli – Vita
Cerchiamo punti di riferimento in chi non sa dove andare.
Cerchiamo punti di riferimento in chi non sa dove andare.
Come si fa a dire non vi preoccupate, non è morto, può durare due o tre ore, cosa cambia?
Da che parte guardano gli alberi? Lì è il mio sguardo.
A volte bisogna precipitare, buttarsi, per poter risalire. Ma se qualcuno ti trattiene in bilico, vacillante, forse per proteggerti, non ti darà mai il modo di capire se una volta arrivati giù vale la pena tornare in cima e resterai tutta la vita col dubbio se cadere ti avrebbe fatto male.
Io credo ai segnali. Quello che abbiamo bisogno di apprendere è sempre davanti ai nostri occhi; è sufficiente guardarsi intorno con deferenza e attenzione per scoprire dove Dio vuole condurci e quale sia il passo migliore da compiere nel minuto successivo. Ho imparato a rispettare il mistero. Come diceva Einstein: “Dio non gioca a dadi con l’universo”, tutto è collegato e ha un senso. Benché esso risulti occulto per gran parte del tempo, noi sappiamo di essere prossimi alla nostra vera missione sulla terra quando ciò che stiamo facendo è permeato dall’energia dell’entusiasmo. Se lo è, tutto va bene. Se non lo è, conviene cambiare rotta. Quando siamo sulla strada giusta, seguiamo i segnali e, se ci capita di fare un passo falso, ecco che la divinità ci viene in aiuto, evitandoci di commettere un errore.
Tornare a credere per tornare a respirare, perché non si può vivere in apnea per sempre.
Siamo naufraghi in un mare ignoto chiamato vita.