Francesco Iannì – Vita
Vale la pena di vivere anche solo per mettere le cuffie alle orecchie e ascoltare una bella canzone.
Vale la pena di vivere anche solo per mettere le cuffie alle orecchie e ascoltare una bella canzone.
La vita è un altalena, alti e bassi, alti e bassi, ma quando sei in alto puoi acchiappare le stelle e quando sei in basso seminarle nel tuo buio.
Non voglio più rinunciare al mio sorriso. Voglio tenermelo stretto e difenderlo con ogni mezzo. Sono troppo stanca di stare male, di essere in ansia e di preoccuparmi per persone che non hanno con me la stessa disponibilità e attenzione. Voglio un nuovo inizio, una nuova “me”. Voglio un nuovo cammino e nuovi traguardi.
“Ecco le tue solite fantasie – disse Alberto – tu esageri tutto, e in questo caso hai per lo meno il torto di paragonare il suicidio di cui ora è questione, con delle grandi gesta, mentre esso non può esser considerato che come una debolezza, poiché certo è più facile morire che sopportare con fermezza una vita dolorosa”.Ero sul punto di interrompere il discorso, perché niente mi mette così fuori dei gangheri come vedere qualcuno armato di insignificanti luoghi comuni mentre io parlo con tutto il cuore. Pure mi contenni, perché molte volte ho sentito addurre quell’argomento e me ne sono indignato; risposi dunque alquanto vivamente: “Tu lo chiami una debolezza? Ti prego, non lasciarti ingannare dall’apparenza. Puoi chiamare debole un popolo che geme sotto il giogo di un tiranno se, infine, fremendo, spezza le sue catene? Un uomo che nel terrore di vedere la sua casa in preda alle fiamme sente le sue forze centuplicate, e solleva facilmente dei pesi che a mente calma potrebbe appena muovere? E uno che nel calore dell’offesa ne affronta sei, e li vince, tu lo chiami debole? E, mio caro, se lo sforzo costituisce la forza, perché lo sforzo supremo dovrebbe essere il contrario?”
Quando si resta in silenzio per troppo tempo, il mondo diventa sfondo e la sua voce solo brusio. E noi, gli unici protagonisti.
Il problema dell’apparenza è che è troppo appariscente. Il problema dell’essenza, è che è troppo essenziale, così essenziale da non aver nessun significato da sola. È proprio il non comprendere e intuire l’essenzialità dell’apparenza, – condizione prima senza la quale non si potrebbe manifestare la vita, e l’essenzialità del pregiudizio, come meccanismo mentale di riduzione della complessità del reale, “essenziale” alla sopravvivenza mentale e quindi fisica dell’individuo – che fa di te e dei tuoi servili e accondiscendenti commentatori dei superficiali, proprio per il fatto di negare stupidamente quella che voi chiamate apparenza, e con questa l’essenzialità stessa dell’apparenza.
Ventiduedicembremillenovecentonovantanove. Non dimentico nulla; né il prima, né il dopo, né il durante del mio presente quotidiano.