Salvatore Salvax Calabrese – Vita
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.” Ma se i miei fossero sogni dei merda, significa forse che sono uno stronzo?
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.” Ma se i miei fossero sogni dei merda, significa forse che sono uno stronzo?
Non guardo le persone che sono inutili nella mia vita, ma osservo anche in silenzio quelle che nella vita mi hanno portato la luce.
Vivo minuto per minuto sotto le note di canzoni che parlano di quanto sia spettacolare il mondo. Forse solo grazie ad esse.
La vita è come una lotteria: vinci, perdi, sei sempre sulla sua via.
Dicono che la vita sia come un libro dove ogni giorno scriviamo nuove pagine, da aggiungere alla nostra storia. Se possibile io vorrei una matita invece di una penna (l’inchiostro non si cancella) e la possibilità di correggere la mia opera prima di mandarla in stampa.
Eventi duri, difficili o tristi appartengono ad ogni essere. Ogni qualvolta dovesse capitare di averne, bisogna seriamente pensare se per quella situazione valga davvero la pena farsi togliere il sorriso. Chi ha e sa donare sorriso è padrone del mondo intero.
La vita non è abbastanza.Allora cosa voglio?Voglio una decisione per l’eternità, qualcosa da scegliere e da cui non mi allontanerò mai, in nessuna oscura esistenza o qualunque altra cosa accada. E qual è questa decisione?Una qualche tipo di febbre della comprensione, un’illuminazione, un amore che andrà oltre, trascenderà questa vita verso nuove esistenze, una visione seria, finale e immutabile dell’universo. Questo è ciò che intendo quando dico che “voglio degli Occhi”.Perché dovrei volere tutto questo? Perché qui sulla terra non c’è abbastanza da desiderare, o meglio, qui non esista una singola cosa che io voglia.Perché non voglio una vita terrena? Perché non mi basta?Perché non mi illumina l’anima, non mi riempie il cervello di eccitazione e non mi fa piangere di felicità.Perché vuoi provare queste cose?Perché la ragione e le questioni di fatto, la scienza e la verità non me le fanno provare e non mi conducono verso l’eternità, anzi, mi soffocano come l’aria viziata, stantia.