Chiara Micellone – Vita
Non è tanto difficile la vita quanto il mondo e chi lo popola. Troppi pochi cuori che accolgono e tanti cuori di pietra da schivare.
Non è tanto difficile la vita quanto il mondo e chi lo popola. Troppi pochi cuori che accolgono e tanti cuori di pietra da schivare.
Chi mi ha sbattuto la porta in faccia sta ancora ascoltando il rumore di porte che si chiudono.
Ognuno di noi dovrebbe tenere nella mente un cestino della carta straccia e, più diventerà vecchio, più cose vi relegherà senza pensarci un momento.
Siamo come pedine in attesa della mossa giusta.
Lascio che le persone si convincano delle proprie interpretazioni, anche se con la realtà non hanno nulla a che fare. È bello godersi lo spettacolo, piuttosto che arrabbiarsi o abbattersi!
A Milano, di notte, c’è il mare. È un mare di persone che, nascoste dall’oscurità, nuotano da un locale all’altro per pescare o per farsi pescare, un po’ esche, un po’ squali disinvolti e impacciati. È un mare di guai, nelle bische volanti di Piazza Tirana, dove un dado e una pallottola rimediano sempre un buco di troppo. È un mare in burrasca alla disperata, frenetica ricerca del divertimento prima che faccia giorno. È un mare di equivoci in cui i travestiti brasiliani si spacciano per ex ballerine Oba Oba, ostentando, anziché la voce delle sirene, baritonali listini dei prezzi. È un mare che a tratti può apparire deserto e ti sembra che non ci sia in giro nessuno, ma sai che è profondo come l’oceano e, come l’oceano, abitato. È un mare in cui potersi perderti se non ci fossero le luci dei locali aperti a farti da faro, se non ci fossero finestre illuminate anche in palazzi quasi completamente addormentati, come a dirti che a Milano le case dormono con un occhio solo. E poi ci sono i fari delle auto che dragano la città per mettere a fuoco una tentazione. I buchi dei dadi, dei proiettili, delle siringhe, delle narici da dove esce muco ed entra cocaina, i buchi del corpo umano eletti a custodi del piacere della carne. Da tutti questi buchi, di notte a Milano, fuoriesce l’acqua, da tutti questi buchi, al mattino, l’acqua rientra e nessuno ha il coraggio di ricordare che a Milano, di notte, c’è il mare.
La creatrice di vita, fiato del primo respiro, sorgente di tenerezze, la prima parola, la sicurezza per l’esistenza, la giustizia che non condanna, il primo amore, il sorriso eterno nel mio cuore, tu, mamma.