Stefano Glori – Vita
A vivere di ricordi non ci si ricorda di vivere.
A vivere di ricordi non ci si ricorda di vivere.
Se vuoi capire che cos’è un anno di vita, chiedilo a uno studente che è appena stato bocciato all’esame di fine anno. Un mese di vita: parlane ad una madre che ha partorito un bimbo prematuro che aspetta che esca dall’incubatrice per stringerlo tra le braccia sano e salvo. Una settimana: chiedilo ad un uomo che lavora in fabbrica, o in miniera per nutrire la sua famiglia. Un giorno: domandalo a due innamorati persi che aspettano di vedersi. Un’ora: chiedilo a una persona che soffre di claustrofobia, bloccata in un ascensore. Un secondo: osserva l’espressione di un uomo che è appena scampata ad un incidente d’auto e un millesimo di secondo: chiedilo all’atleta che alle olimpiadi ha vinto la medaglia di argento e non quella d’oro per la quale si era allenato tutta la vita.
La nostra mente è sempre affollata di pensieri, negativi e positivi. Se vogliamo smaltire l’affollamento lasciamo fuori quelli negativi.
Ritornare con i piedi per terra fa relativamente male. Dipende sempre da che altezza cadi giù.
La vita si accetta per quella che è, non si fanno domande, non ci si ribella. La vita è un premio? Un castigo? Oppure è un passaggio transitorio, una parentesi nel grande viaggio dell’uomo?
Siamo al mondo non per incentivare il dolore, ma per incrementare e sostenere l’amore.
Una vita disonesta ha una sorte funesta.