Ann M. Martin – Vita
Qualche volta le cose vanno bene, qualche volta no, ma almeno stai esplorando.E ogni volta che hai il coraggio di farlo, la vita diventa inaspettata più interessante.
Qualche volta le cose vanno bene, qualche volta no, ma almeno stai esplorando.E ogni volta che hai il coraggio di farlo, la vita diventa inaspettata più interessante.
Sappiamo che siamo nati. E che moriremo. Ma tutto ciò che sta nel mezzo è un’incognita. Quindi vale la pena di viverla bene. Senza paura. E con spirito di avventura. Perché la vita è un’avventura che solo i coraggiosi assaporano fino in fondo.
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.” Ma se i miei fossero sogni dei merda, significa forse che sono uno stronzo?
Le cose peggiori della vita si pagano a caro prezzo, sacrificando se stessi.
Cara mamma,vorrei donarti tutta la mia forza, tutto il mio coraggio, tutta la luce della speranza, affinché tu possa affrontare la vita con grinta e costanza.Vincerai mamma, vincerai sul male, sei una donna forte,ti prego non mollare!Continua passo dopo passo a migliorare, come stai facendo ora… anche quando tutto sembra impossibile, difficile, pesante;anche quando i dolori stancano, non solo nel corpo ma anche nell’anima!Sii sempre forte e capace di affrontare tutto assieme a noi e senza mai pensare di essere sola!Fai emergere da te quello stimolo importante di lottare,lottare per rinascere, perché la vita è un dono preziosoed essa è in te!Sei come un delicato fiore, che ha bisogno dell’acqua e del soleper splendere,ma anche il fiore ha le sue radici per vivere.Vedi, il fiore può essere piegato dal vento,può perdere qualche colorato petalo, ma non si spezza mai da solo…lui ha le radici, che affondano nella terra dove trova nutrimento e noi tutti vogliamo immensamente nutrirti d’Amore.Fallo anche tu mami, per te stessa e per tutti coloro che ti amano… non perdere la speranza di vivere!Tua, con Amore.
La morte improvvisa di un amico è uno scollamento esistenziale, l’aprirsi di una voragine sotto i piedi della vita, lui scivola aleggiando nelle pieghe dell’infinito, tu resti sul ciglio dell’abisso a contemplare l’immensità della tua impotenza.
– Per favore. Come ti chiami? – domandò al gatto. – Senti, io mi chiamo Coraline. Okay?Il gatto sbadigliò lentamente e con attenzione, rivelando una bocca e una lingua di un rosa sorprendente. – I gatti non hanno nome – disse.- No?- No – disse il gatto. – Voi persone avete il nome. E questo perché non sapete chi siete. Noi sappiamo chi siamo, perciò il nome non ci serve.