Gatti di Vicolo Miracoli – Vita
La vita è bella perché è varia, coi piedi in terra ed i castelli in aria.
La vita è bella perché è varia, coi piedi in terra ed i castelli in aria.
All’età di cinquant’anni ogni uomo ha la faccia che si merita.
“E com’è che ti sentivi?””Arrabbiata.””Perché?””Per niente… per la vita.””Cosa c’è che non va nella vita?””È una vita di merda.”Marcus ci pensò su. Si chiese se la vita era una merda, e in particolare se la vita di Ellie era una vita di merda, e si rese conto che Ellie non faceva altro che desiderare che la vita fosse una merda, e alla fine ci riusciva perché si complicava le cose.”Non perdere tempo a piangere, il mondo non si ferma perché stai male.Se sei in una stanza piena di persone che ti guardano e tu vuoi ballare, balla. Prenditela con chi ti va di prendertela, urla oppure ridi quando meno è opportuno.Adesso non ha senso stare davanti a quello schermo e piangere, non ha senso non mangiare. Hai ragione se ce l’hai con il mondo, ma se ci pensi hai sofferto tanto che una volta in più cosa è alla fine?Prendi anche questo colpo, incassa e poi ti giuro che se hai la forza di superare questa cosa diventi invincibile.Il mondo non si ferma perché stai male, non fermarti tu. Prendi in mano la tua vita come sai fare solo te.Devi credere in te se vuoi che gli altri lo facciano.Io credo in te. Se non hai voglia di ridere fallo solo perché c’è qualcuno che per quel sorriso ci vive.”
La vita un avvicendarsi di baratti.La morte non accetta compromessi.
A volte il giorno muore senza fare testamento!
Parlò a lungo del passato, e compresi che voleva recuperare qualcosa, forse una qualche idea di se stesso, che era finita nell’amore per Daisy. La sua vita era stata disordinata e confusa da allora, ma se riusciva una sola volta a ritornare a un certo punto di partenza e ricominciare lentamente tutto daccapo, sarebbe riuscito a capire la cosa che cercava… Una notte d’autunno di cinque anni prima stavano camminando con le foglie che cadevano, e arrivarono a un posto dove non c’erano alberi e il marciapiede era bianco per il chiarore lunare. Si fermarono e si voltarono l’uno verso l’altra. Era una notte fresca con quella misteriosa eccitazione che i cambi di stagione creano. Le luci tranquille delle case ronzavano nell’oscurità e c’era un fruscio e un bisbiglio tra le stelle. Con la coda dell’occhio Gatsby vide che gli edifici formavano una scala che saliva fino a un luogo segreto sopra gli alberi – poteva scalarla, se l’avesse fatto da solo, e una volta là, avrebbe potuto succhiare il nettare della vita, ingollare l’incomparabile latte della meraviglia. Il suo cuore battè sempre più forte quando il viso bianco di Daisy si avvicinò al suo. Sapeva che baciando quella ragazza, e unendo per sempre quelle indicibili visioni al mortale respiro di lei, la sua mente non avrebbe più spaziato come quella di un Dio. Perciò aspetto. Ascoltando ancora per un momento il diapason che aveva battuto su una stella. Poi la baciò. Al tocco delle sue labbra, Daisy sbocciò per lui come un fiore e l’incantesimo fu completo. Tuto quello che disse, nonostante lo spaventoso sentimentalismo, mi ricordò qualcosa – un ritmo elusivo, un frammento di parole perdute, che avevo sentito da qualche parte tanto tempo prima. Per un momento una frase cercò di formarsi sulle mie labbra, socchiuse come quelle di un muto, come se stessero lottando con più di un filo d’aria allarmata. Ma non emisero nessun suono, e quello che avevo quasi ricordato diventò inesprimibile per sempre.
Chi vince in tutte le imprese non è la forza, ma la fortuna.