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Anna Gallina – Vita

La morte improvvisa di un amico è uno scollamento esistenziale, l’aprirsi di una voragine sotto i piedi della vita, lui scivola aleggiando nelle pieghe dell’infinito, tu resti sul ciglio dell’abisso a contemplare l’immensità della tua impotenza.

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    Si può viaggiare per tutta la vita, ma si “arriva” soltanto nel momento in cui esplorando a fondo noi stessi ci troviamo per davvero, senza più scuse né storie di comodo a giustificare i nostri atteggiamenti e intenti.Il vero viaggio è interiore, perché scopre, riconosce e porta alla luce ogni nostra meraviglia e bellezza.

  • Marco Barone – Vita

    Vorrei ritrovare quel sorriso perso in qualche lontano tempo vissuto, se non si sorride più la vita diviene sterile, e la sterilità della vita ti porta a quella ordinarietà che ti conduce dentro un vortice di malinconia e senso di vuoto talmente aspro che carpisce tutte le emozioni per gettarle in quel pozzo senza fondo che ognuno di noi ha edificato nel proprio animo… ma è un pozzo edificato con la sabbia!

  • Fabio Privitera – Vita

    Le persone cambiano, ma quando il cambiamento è in positivo per se stessi e per gli altri è meglio dire che le persone divengono ciò che già sono, intendendo con ciò quello che è insito nel loro potenziale umano. Noi conosciamo noi stessi tramite le esperienze esterne e le sensazioni interne che queste ci producono. Una sorta di scambio tra la coscienza che prende atto di quello che sta accadendo e regola l’atteggiamento in base a quanto abbiamo imparato in precedenza, ai desideri e alle credenze, è l’inconscio che possiede una sorta di mappa interiore della propria “morale d’azione interiore”, vale a dire come lei agirebbe a prescindere dalla presa d’atto di coscienza. È questa a provocare le emozioni positive o negative, premendo sulla “membrana” che la separa dalla coscienza affinché si adegui alla morale interiore.Così quando la coscienza ci porta ad agire secondo la morale d’azione inconscia, ci sentiamo bene, appagati, felici, propositivi e in grado di proseguire verso la direzione del nostro vero essere, del divenire. In caso contrario diventiamo frustrati e ansiosi, incapaci e anzi indifferenti alla necessità di comprendere gli altri. L’ego prende il sopravvento, la parte desiderativa devasta i sogni dell’intuito, così ci allontaniamo dal nostro essere, invece di sfociare al mare della conoscenza interiore, risaliamo la corrente fino a perdere le forze e la volontà d’affrontare le occasioni della vita. L’equilibrio è questo, non è non compiere errori, non è l’essere perfetti, ma la presa di coscienza che le nostre emozioni non sono solo il riflesso di quanto accade all’esterno, ma la necessità del nostro intuito ad agire per il meglio secondo la propria morale.