Roberta Parisi – Vita
Banalitàscritte su cartaPensieri inutilidiventano realiAltre coseavrei da pensareComprendimiPreferisco sperare.
Banalitàscritte su cartaPensieri inutilidiventano realiAltre coseavrei da pensareComprendimiPreferisco sperare.
C’è questo da dire in favore del giornalismo moderno. Dandoci le opinioni degli illetterati, ci tiene in contatto con l’ignoranza della comunità. Passando in rassegna con cura gli avvenimenti della vita contemporanea, ci fa vedere quanto poco importanti siano. Discutendo sempre di cose non fondamentali, ci fa capire cosa sia la cultura e cosa no.
Poi un giorno ti svegli, e ti rendi conto che nella vita, hai fatto un mucchio di cazzate. Decidi di cancellarle dalla tua memoria, decidi che sarà diverso, decidi che non ti comporterai più come in passato. Ma se hai fatto tutte quelle cazzate, è perché un giorno ci credevi… magari ci hai messo anche tutto te stesso. Io sono fiera di ciò che ho fatto, certo, a volte avrei potuto fare di meglio, ma almeno c’ho messo il cuore. A differenza di chi non sbaglia mai… a differenza di chi il cuore non sa nemmeno che è l’involucro dell’anima.
Preferisco piacere a pochi, perché le cose rare non sono alla portata di tutti.
Echeggia nell’infinito la parola dei libri, come un lungo filo di suono intesse la trama della vita. Tutti i libri del mondo sono universi, sono insiemi d’infinito.
Non mascherarti dietro la parola “vita”. Bevi dalla sorgente della speranza e crea la vita. Quella vera. Quella fatta di cose concrete. Quella che non deride l’intelligenza e loda l’ipocrisia. Crea la vita. Quella vissuta sulla tua pelle! Non nasconderti dietro falsi intenzioni. Spalanca le porte al reale e a ciò che è importante per te e per gli altri. Non sbirciare dalle serrature, dagli angoli spinosi delle convenienze. Sii luce nel buio. Sii padrone della tua vita, non schiavo delle abitudini degli altri. Estrapola dal tuo sogno non solo i discorsi fatti, ma anche le sensazioni e tutte quelle richieste che danno battito e vita a ciò che sei. Proietta nel tuo mondo la consapevolezza che la vita si chiama così perché è come un giardino: se non annaffiato nel modo giusto “inevitabilmente” perde vigore e nell’indifferenza muore.
Non amo gli ambiziosi, quelli che mai lascerebbero il centro della strada, quelli che declamano la luce a voce alta. Amo chi sa dimettersi, chi sa sostare nell’ombra e sfiora i muri con i gomiti, chi tace di quei graffi e li porta dentro di sé, chi non rinfaccia mai lo spazio che ha ceduto.