Annamaria Crugliano – Frasi d’Amore
Ti amerò quando sarai ceco, ti amerò quando sarai povero, ti amerò quando sarai folle, perché nulla al mondo può farmi smettere di amare il tuo cuore.
Ti amerò quando sarai ceco, ti amerò quando sarai povero, ti amerò quando sarai folle, perché nulla al mondo può farmi smettere di amare il tuo cuore.
Le relazioni amorose sono come le bottiglie di vino. Se quando le apri senti odore di tappo, meglio buttarle via.
Avrei voluto ballare con te sotto la pioggia, ma è spuntato il sole. Avrei voluto baciare le tue ciglia bagnate, ma il vento ha asciugato i tuoi occhi. Avrei voluto cullarti tra le mie braccia e tenerti stretto per sempre, ma ti sei allontanato. Avrei voluto vivere ogni giorno della vita con te, ma un giorno sei tornato e hai detto che l’amore era finito. E da allora odio la pioggia.
Amor l’arco e la falce depose, e i buoi congiunse e con sua verga stimololli e punse. Ben conobbe Ciprigna il suo bifolco segnare il duro solco; ond’ella disse a lui: “che spargi, Amore?” Rispose: “gioie, o mieterò dolore.”
Sto scappando da me stessa, non da te.Dir amor. È parola molto importante, ha i suoi pesi. Da far persin male a dirtelo.
Si ama per bisogno di stare non con chi ti completa ma con chi ti svuota, ti fa sentire leggero e ti porta lontano da te, in volo, felice.
Noi conosciamo la Verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. In quest’ultimo modo conosciamo i princípi primi; e invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d’impugnare la certezza. I pirroniani, che non mirano ad altro, vi si adoperano inutilmente. Noi, pur essendo incapaci di darne giustificazione razionale, sappiamo di non sognare; e quell’incapacità serve solo a dimostrare la debolezza della nostra ragione, e non come essi pretendono, l’incertezza di tutte le nostre conoscenze. Infatti, la cognizione dei primi princípi – come l’esistenza dello spazio, del tempo, del movimento, dei numeri -, è altrettanto salda di qualsiasi di quelle procurateci dal ragionamento. E su queste conoscenze del cuore e dell’istinto deve appoggiarsi la ragione, e fondarvi tutta la sua attività discorsiva. (Il cuore sente che lo spazio ha tre dimensioni e che i numeri sono infiniti; e la ragione poi dimostra che non ci sono due numeri quadrati l’uno dei quali sia doppio dell’altro. I princípi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene per differenti vie). Ed è altrettanto inutile e ridicolo che la ragione domandi al cuore prove dei suoi primi princípi, per darvi il proprio consenso, quanto sarebbe ridicolo che il cuore chiedesse alla ragione un sentimento di tutte le proposizioni che essa dimostra, per indursi ad accettarle.