Roberto Colonnelli – Arte
È un frammento di un cristallo di pura arte, verità, menzogna o vita il verbo amore nella poesia.
È un frammento di un cristallo di pura arte, verità, menzogna o vita il verbo amore nella poesia.
Se si parla di pittura sono d’obbligo Magritte, Permeke e, subordinatamente, Topor. Da evitare Picasso, e persino Pollok, forse anche Rauschenberg e Wahrol. Ammessi invece Kandinsky e Klee; semmai un patetico ricordo di Cy Twombly del periodo romano. Ottimo è, per l’Ottocento, confessare un debole per De Nittis e Boldini, persino per Michetti, e ovviamente per Fattori. Si va sempre bene ora con Boccioni, Balla, il primo Carrà. Fra gli scultori, con Moore non si sbaglia mai; glissare su Manzù e semmai ostentare una qualche nostalgia per Medardo Rosso. Se si parla di musica, evitare gli ovvi entusiasmi per Bach, Beethoven, Mozart; Debussy è sempre ottimamente quotato. Con Mahler si va sul sicuro. Ma Schonberg, la dodecafonia, e persino Nono sono argomenti rischiosi, meglio evitare. Ora si è invece tranquilli con Respighi. All’ovvio Verdi è sempre preferibile Donizetti, se non addirittura Puccini. Con Rossini non si sbaglia mai.
La prima arte da apprendere è l’arte di sorridere.
In ogni arte la semplicità è essenziale.
La danza è quel dono del cielo che nacque in un giorno felice.
Lasciare una cosa incompiuta è una ragione per ammirare la propria opera d’arte, per aggiungere…
Lo scrivere rappresenta un mezzo di trasporto, permette al pensiero di fondersi con le lettere…