Francesco Avella – Ateismo
Se fossi credente, mi vergognerei di essere figlio di quel Dio crudele descritto dalle religioni.
Se fossi credente, mi vergognerei di essere figlio di quel Dio crudele descritto dalle religioni.
Quando l’anima piange le disgrazie subite, non fa che rivolgersi all’avversario per alleggerire le sofferenze, cioè si conforta nell’ateismo.
Preferisco credere nelle persone che in un Dio di cui non sento mai la voce. Preferisco credere nelle persone, perché queste riescono a deludere quanto a sorprendere, vengono a tener compagnia durante i momenti tristi e quando se ne vanno spiegano il perché, Dio invece non l’ha mai fatto. Dio è invisibile agli occhi e muto alle orecchie, sento solo persone che parlano di Lui, però non mi è mai capitato che venisse da me per presentarsi.
La tradizione è come un faro che illumina le persone, tutti rimangono abbagliati dalla sua luce, ma più grande è la luce del faro e più grande sarà l’ombra da essa creata.
Nella Bibbia Dio fa sbranare una quarantina di bambini da due orse, solo perché avevano osato prendere in giro un uomo per la sua calvizie.Considerando che questo gesto di “grande amore” dimostra un leggero velo di cattiveria, mi viene da pensare che anche Dio abbia pochi capelli.
La religione è inginocchiarsi tutta la vita a testa bassa innanzi a un statua fredda….
Se nessuno crede più in Horus e Zeus non è perché qualcuno abbia dimostrato l’inesistenza di queste divinità, ma è solo perché nessuno diffonde più il loro culto.Niente rende Gesù, Krishna o Allah più reali di tutte le altre divinità create fin dalla notte dei tempi: qualsiasi religione, in mancanza dell’indottrinamento, è destinata a diventare mitologia.