Salvatore Riggio – Ateismo
Avevo fede e la portavo nel cuorepoi me lo trafisseroe si disperse attraverso la ferita.
Avevo fede e la portavo nel cuorepoi me lo trafisseroe si disperse attraverso la ferita.
Non voglio che sia una firma e una carta a stipulare il nostro legame, la carta è così fragile…Vorrei che le nostre veni si intreccino tra di loro e se provassero a separarci moriremo dissanguati.La carta e la firma potrebbero servire alla società o alla chiesa ma non mi serve per amarti e per diventare “Noi”.
Non può essere, non si può vivere al buio.
L’uomo immagina qualcosa al di là di ogni barriera. Piuttosto che il vuoto, l’inutile, l’inesistente, l’atemporale, sentendosi vivo e pensante, immagina Dio. Confrontandosi poi con l’immaginato, vedendosi nudo e sprovvisto, cerca di realizzarlo e attiva in sé una marcia che non avrà mai fine. Così, l’immaginato, per il tramite della potenza della fede, realizza, strada facendo, se stesso.
Barcollo nel buio della mia ombra e lo spazio nero mi avvolge.
In un mondo in cui è una rarità incrociare gente naturale, come potrei addirittura credere…
La guerra, la morte l’ingiustizia, ho come l’impressione che un’accozzaglia di dei stia giocando a…