Luana Donati – Comportamento
I progetti si fanno per la spesa, per il lavoro, per la famiglia, per la casa, per i figli, ma non bisogna mai progettare sui sentimenti.
I progetti si fanno per la spesa, per il lavoro, per la famiglia, per la casa, per i figli, ma non bisogna mai progettare sui sentimenti.
Non è nelle finte compagnie che affogheremo la nostra solitudine. Non saranno le belle parole coperte di finta sincerità a farci sentire più amati. Non sarà il calore di pochi attimi, quel calore che ti scalda la pelle e poi ti gela il cuore a riempire i tuoi vuoti. Ecco perché credo sia importante e fondamentale tutelare tutte quelle cose vere e sincere. Anche le più piccole e soprattutto le vere presenze, perché solo quelle potranno risanare la tua solitudine.
Un uomo per essere “grande” deve avere almeno una debolezza.
Vorrei ricaricare l’orologio dell’eternità per ritagliarmi addosso miniature di felicità. Riflessi di fanciullezza, infranti dal passare del tempo, solcano il mio vivere tra squarci di lacrime e rattoppi di serenità. Misterioso è il mio destino che mi spinge in un flusso di infinite emozioni, mi sballotta o mi culla verso un viaggio ignoto, unico e lascio dietro di me una trama sottile ma indelebile, di vissuto, tracce di un passaggio che a volte appare inesistente. Imbriglio fantasie e mi ubriaco di nulla per lasciarmi trasportare verso nuove dimensioni: il cuore accoglie, ma la mente rifiuta spiccioli d’immaginario. Un giorno dopo l’altro ho consumato tutti i miei passi, tracciando nuove forme, modellando l’avvenire, quando farò un viaggio dentro me stessa? Com’è precaria la felicità, lascio infiacchire la vita nel vuoto aspettando che la quiete della sera varchi soglie provvisorie allettanti di illusioni. Uno slancio vitale filtra i miei pensieri, memorie, sogni, rabbia fluiscono sotto i colpi della realtà. È il momento del ritorno alla base.
Se ci sei, ci sono. Se mi ignori, ti ignoro. Se giochi, ti distruggo con la mia indifferenza. Non elemosino nulla, tanto meno le false “presenze”.
Si può essere piccoli e apparentemente fragili, ma è gioia scoprire quanto siamo forti dentro ed umili da “dominare” ciò che crediamo pericoloso e pronto a schiacciarci… e poi così pericoloso forse non lo è!
Ipocrisia è la maschera che indossa il colpevole per giustificarsi.