Marco Mei – Comportamento
È più facile mostrarsi simili agli altri che uguali a sé stessi.
È più facile mostrarsi simili agli altri che uguali a sé stessi.
Spezzerei questo filo invisibile che mi lega al sogno, l’istante di vita che separa dall’eterno, un piccolo segno, in un cuore distrutto.
Sempre meglio “alcune cose” tenerle esclusivamente per noi, almeno quelle parti più profonde. Si evita di aggiungere cicatrici su cicatrici, senza alcuna colpa.
Ogni volta che si rinuncia a qualcosa, si rimane legati per sempre all’oggetto della rinuncia.
Figli di nessuno(come il buon padre di famiglia)Che padre è colui che dilapida le fortune dei suoi figli,che a tavola invita coloro che non dovrebbe invitare,che fomenta lo scontro tra chi dovrebbe amare,che insegna ciò che non dovrebbe insegnare.Che padre è colui che non incoraggia i figli con coraggio a proseguire,che non accudisce il figlio più debole che dovrebbe accudire,che nella famiglia punisce la sua parte migliore e non trae esempio da chi la vita gli ha voluto donare.Che padre è chi non ricorda quel che il destino gli ha voluto affidare,che non interpreta i sogni di chi vuol farsi guidare,che pensa: – Il mio tempo è prezioso, quello dei miei figli è giusto sprecare-,che non ricorda ciò che era e non sa più dove deve andare.Che padre è se alla fine padre vuol farsi chiamare, ma non ha coscienza di ciò che in coscienza dovrebbe fare.In fondo dico a voi:chiamatelo pure,chiamatelo pure un po’ come vi pare,ma per chiamarsi “Stato”,se lo dovrebbe meritare.
Sono un tipo poco paziente.Forse perché la pazienza richiede tempo.E noi, poveri comuni mortali, di tempo ne abbiamo meno di quel che crediamo.Quindi meglio impiegarlo in cose utili e che ci fanno stare bene.Alcuni soggetti non rientrano di sicuro in questa descrizione.
Esisti quando vogliono loro, mutevoli in ogni desiderio, in ogni sentire, e tu oggetto a disposizione, da ammirare a tempo, da spremere all’occorrenza; utile un giorno, inutile l’altro.