Publio Virgilio Marone – Amico
Dell’Eneide dico: la qual mamma | fummi e fummi nutrice poetando: | sanz’essa non fermai peso di dramma.
Dell’Eneide dico: la qual mamma | fummi e fummi nutrice poetando: | sanz’essa non fermai peso di dramma.
Chi trova un amico trova un tesoro. Chi trova un tesoro se ne fotte dell’amico.
Alcuni pensano che far entrare qualcuno nella propria vita sia una cosa da nulla. “Entro” significa che stai facendo un passo e stai attraversando qualcuno. Far entrare è difficile. Ma ancora più difficile è fare quel passo. Questo spiega perché molte persone arrivano ed escono dalla nostra vita. Sono quelle che hanno fatto una passeggiata lungo il perimetro della tua casa, hanno sbirciato all’interno della tua anima e sono rimaste sulla soglia. Non è il permesso che invita ad entrare. È quel passo. Quel passo che chiamiamo “amato” e che è la misura di quanto amiamo. La gente che sta sulla soglia ti ha sorpassato senza mai arrivare dentro.
Trovare una mano sincera pronta a sacrificarsi pur di salvarti, non è cosa facile, ma…
Amici e conoscenti ne ho tantissimi, ma mi fido di solo e soltanto di una…
Sarà che io do un certo valore all’amicizia, sarà che non sopporto la cattiveria del falso, sarà che preferisco restare da sola piuttosto che in compagnia dell’ipocrisia, sarà che la parola amico ha un significato consistente per me, ma non sopporto quelli che con ipocrisia fingono di volerti bene, accarezzandoti con la mano destra mentre con la sinistra ti stanno pugnalando. Non sopporto quelli che alla fine di un’amicizia “sparlano” sperando di colpirti nell’animo e quello che sopporto ancora meno, è lo stupore di cui si vestono quando decidi di andartene, pur sapendo che era inevitabile dopo tanto sangue. E magari hanno anche il coraggio di chiamarti “amico mio”.
Un amico non ti guarda quando affondi, ma ti aiuta a tornare a galla.