Marcel Proust – Anima
Chi ci dà la gioia è l’incantevole giardiniere della nostra anima.
Chi ci dà la gioia è l’incantevole giardiniere della nostra anima.
E per lui, mettere in pratica l’amore voleva dire rendere partecipe della verità da lui appresa, conquistata, qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.Lui parlava di cose molto semplici. Diceva che è giusto che un gabbiano voli, essendo nato per la libertà, e che è suo dovere lasciar perdere e scavalcare tutto ciò che intralcia, che si oppone alla sua libertà, vuoi superstizioni, vuoi antiche abitudini, vuoi qualsiasi altra forma di schiavitù.”Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora… imparerai come si vola.”Vi dovete render conto che un gabbiano è fatto a immagine del Grande Gabbiano, è un’infinita idea di libertà, senza limite alcuno, e il vostro corpo, da una punta dell’ala a quell’altra, altro non è che un grumo di pensiero.
Nella favola l’anima vola per non sentirsi sola.
È proprio dell’anima quella meravigliosa leggerezza del dopo tensione che ti fa volare in alto.
Ci sono pesi che affliggono l’anima, ci sono ostacoli che rendono oscuro il giorno che ci chiama, ci sono ombre che conoscono il nostro nome e la loro voce canta nel nostro cuore.Osserva negli occhi del prossimo la tua immagine riflessa, e vedrai l’orrore che rifuggi.Si generoso con gli altri, e quando cercherai il tuo volto negli occhi della gente ritrovando un sorriso, le ombre dimenticheranno per sempre il tuo nome.
Ostento forza, ma la fragilità è la mia compagna. Cerco un contatto umano, ma è nella solitudine che mi ritrovo. Presto ascolto a tutti e con tutti, parlo di tutto, ma vivo tra sordi che non odono la mia di voce. Mi muovo a zig zag sotto la pioggia, nella speranza di non bagnarmi troppo, ottenendo solo come risultato l’essermi bagnato di più. E brucio, brucio di un fuoco inestinguibile, che mi consuma l’anima e la incenerisce, con quelle ceneri mi cospargo il capo, in attesa di un’indulgenza, di un atto compassionevole, o più semplicemente che la vita mi colga, come una svista, come un’anomalia o come una distrazione.
Ci sono affetti che, i litigi, il tempo, le distanze non riescono a scalfire. Perché le anime si sentono anche senza un telefono o un computer. Le anime sono così, si sentono.