Salomè Da Silva – Arte
Sopravvivere alla propria morte: uno dei miracoli del cinema.
Sopravvivere alla propria morte: uno dei miracoli del cinema.
Il progresso di un artista è un continuo sacrificio, una continua estinzione della personalità.
La musica è l’incontro di pittura e poesia che si fondono nella danza delle note.
Tutta l’arte è un vaneggio, la politica è un vaneggio; i supermercati e le autostrade, la scienza e la letteratura, la filosofia e la guerra. La religione è un vaneggio, le chiese e le sigarette. L’amore è uno dei vaneggi più grandi. Noi stessi siamo un vaneggio chimico che sta in piedi e parla per non so quale tipo di miracolo. Siamo arte, la terra è arte e un vaneggio perché l’universo è un vaneggio enorme. Questo stesso commento è un vaneggio, ma qualcuno potrebbe considerarlo poetico e quindi arte. Secondo me è arte tutto quello che contiene l’impegno di una qualsiasi parte del cervello e i sentimenti, soprattutto gli ultimi perché sono un vaneggio del cervello e aiutano a produrre arte, più grande è il sentimento, più grande è il vaneggio, più grande è l’opera. Oggi mi andava di pensarla così, domani potrei anche pensarla in modo diverso, ma credo di no, ne sono quasi certo.
L’interpretazione è la vendetta dell’intelligenza sull’arte.
La danza è trasportare la propria imperfezione nella divina perfezione dei movimenti del corpo, fino a toccare il cielo.
Mi piacerebbe non aver visto, né letto, né ascoltato mai niente… e poi creare qualcosa.