Georgia O’Keeffe – Arte
Il canto per me ha sempre rappresentato il mezzo migliore di espressione artistica, perché è così spontaneo. E dopo aver cantato, penso al violino. Finché non potrò cantare, dipingerò.
Il canto per me ha sempre rappresentato il mezzo migliore di espressione artistica, perché è così spontaneo. E dopo aver cantato, penso al violino. Finché non potrò cantare, dipingerò.
Da ambiguità e confusione può nascere qualcosa! Dalla sintesi esasperata no!
È il tramonto del ceco, la melodia del sordo, il dolce sussurro certo del muto, è tutto foderato di niente, è solo vita.
L’arte è un dolce e splendido isolamento dalla vita, pieno di saggezza e genialità. Mentre gli amanti passeggiano a braccetto sotto i remi delle Foresta, l’artista siede ai piedi di un albero, dipinge dei bei quadri e li solleva per farli vedere. È innamorato di se stesso, ma ama anche gli altri, perché mostra loro i frutti del suo lavoro, le sue opere e grida: “Vedete? Vedete? “. Poi, alla fine, si riposa e ritorna tra gli altri, alle passeggiate a braccetto dell’amore terreno, e gli uomini lo amano perché ha creato una cosa talmente bella, ha celebrato la loro vita e il loro amore, ed è tornato tra loro. Dicono: “Quanto strano e meraviglioso è costui! E questa sua anima! “. Ed è tanto vero quanto è misterioso e irresistibile. “È uno di noi, è come noi! Ma sta da solo sotto il suo albero, per un po’. Ci raggiungerà più avanti con le sue soavi creazioni…”
La mia lunga vita non può che durare un solo e frenetico giorno, senza sosta, rispetto all’inesplorato universo dell’arte, che vive incurante nei tempi senza tempo.
Penso che l’inchiostro secco sulle pagine candide non sia un prodotto della penna che si impugna, ma che sia il sangue di quelle “ferme carezze bianche” rassegnate al destino di essere per sempre macchiate.
Mai mi sarei aspettato di sentire un bellimbusto chiedere duecento ghinee per sbattere in faccia al pubblico un barattolo di pittura.