Daniel Blanda – Ateismo
Io non credo in Dio, ma nei miracoli sì, e penso che qualcosa di grande ci sia sopra le nostre teste che noi chiamiamo pura casualità.
Io non credo in Dio, ma nei miracoli sì, e penso che qualcosa di grande ci sia sopra le nostre teste che noi chiamiamo pura casualità.
Presto ci sarà l’ondata di auguri per Pasqua, l’ennesima festa pagana (in lode a Eostre, dea della primavera) di cui i cristiani si sono appropriati per motivi politici e opportunistici, grazie a Costantino e al concilio di Nicea. Altro che “radici cristiane”, le uniche radici che i cristiani hanno tra le mani, sono quelle che hanno strappato dai culti pagani.
Ricordate che l’amore dà tanto, ma se non siete forti vi prende la vita.
Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di…
Non sono megalomane, ma Dio non crede che io esista.
Prendetela come la lettera di un agnostico, di uno che la sua vita non l’ha ceduta a una corrente religiosa. Sarà che io non credevo a ciò che non vedevo, il mio agnosticismo era dovuto a questo. Ogni persona da bambino credeva a storie o leggende, che poi con gli anni abbiamo abbandonato crescendo, perché ci veniva spiegato che ciò non era vero, che questo non poteva esistere, che Babbo Natale non vola e che un criminale d’America non verrà mai Preso da Spiderman o Batman. Io non ho mai creduto nei miracoli, perché non ne ho mai visto uno davanti a me, perché devo credere a Qualcuno senza nome che Gesù diede la deambulazione a un uomo, o che l’acqua diventava vino andando contro tutto quello che la chimica mi aveva insegnato a scuola. Io non volevo crederci, io non voglio crederci. Quando sono crollato in gravi crisi profonde ammetto di aver cercato tramite preghiera qualcuno la su, ma non cercavo Dio o Allah, Ne Giuda o Buddha, io cercavo il contatto con qualcosa superiore, qualcosa che nessuno ha mai scritto su un Libro o affermato di averlo visto in un sogno. Io chiedevo aiuto a qualcosa di diverso.
Nemmeno uno di noi ha deciso di nascere, né tantomeno ha potuto scegliere in quale parte del mondo venire al mondo; di conseguenza, nessuno sceglie quale lingua madre avere, nessun italiano ha scelto di imparare a parlare prima la lingua italiana. E ora veniamo alla religione: quanti cristiani, musulmani o induisti hanno scelto di nascere in una famiglia cristiana, musulmana o induista? Ovviamente nessuno, per lo stesso motivo spiegato prima. Quindi, siccome quasi tutti i credenti si limitano a continuare a seguire la religione tramandata dalla famiglia di nascita, ne consegue che, quasi tutti, sono diventati cristiani, musulmani o induisti per lo stesso adattamento dovuto al caso che si verifica per la lingua madre.