Giuseppe Calabrò – Comportamento
Per “fare” bisogna essere.
Per “fare” bisogna essere.
Anche se in fondo al cuore serbo ancora un filo di speranza, non conto più quanto tempo ho perso dietro a chi mi ha promesso e poi non ha mantenuto la parola data. Illudere le aspettative, ben sapendo di aver ingannato, non è affatto bello. L’onestà sta diventando una qualità sempre più rara, ahimè.
Io sono come la sirena muta della fiaba. Non ho una voce. Non canto e non suono così ho imparato che c’è un altro modo di comunicare e sono le parole scritte. Con quelle sono diventata come Nausicaa mi piace incantare con i miei versi che hanno suoni e musica. Cerco Ulisse per trasformarmi poi in Medea e pietrificarlo con il mio sguardo. Le parole sono un ‘arma, la più bella che abbiamo. Ci salvano con esse e ci mostrano orizzonti infiniti. Finché hai una storia da raccontare ci sei… Ma per una storia ascoltata dimentichi di essere fiaba e ti innamori per sempre. Sì perché la fiaba esiste. È la nostra vita che afferriamo ogni giorno e consumiamo attimo per attimo. Eppure siamo un respiro di vita. L’amore meraviglioso è Ulisse che si aggrappa a noi e non ci vuole lasciare perché ci ama e per fermarci ci fa madri. La vita è piena di colpi di scena e i protagonisti siamo noi. Cos’è la vita? Non c’è una risposta uguale per tutti. Stessa terra, stesso cielo, il mare, il domani.
Non sono diventata una persona egoista o diversa. Dentro sono sempre la stessa, ho solo…
Non posso cancellare il mio passato ma posso certamente scrivere il mio futuro.
Guai a colui che diviene arrogante, quando le porte del successo si aprono.
Se mai un giorno dovessi dirmi una bugia, pensami. Se mai un giorno dovessi mentire per amore, pensami. Se mai un giorno scoprissi che tu hai mentito, piangimi.