Franco Paolucci – Abilità
Scrivere è l’arte più ostentata da chi non sa scrivere.
Scrivere è l’arte più ostentata da chi non sa scrivere.
Ci sono persone che hanno talento, alcune scrivono con le dita, alcune con la testa, alcune con il cuore. Io ho provato a sorprendermi: scrivo con l’anima.
La necessità è la madre della creatività.
Non seguo la massa, viaggio da sola per le vie del “distinguermi”.
Fare il furbo non è affatto segno di intelligenza, è solo il modo peggiore per farlo credere.
La felicità è inversamente proporzionale alla facilità.
Facile illudere con le parole, ma se poi i fatti non le rispecchiano, sono solo aria che esce dalla bocca, per questo le ascolto ma non mi fermo al solo rumore che fanno.
Le mani parlano, sono eleganti e possono essere anche ruvide. Sono sensuali, calde, forti, nobili, armoniose. Mani che fanno echi, afferrano, toccano, fanno azioni, dimostrano concretezza, danno cenno alla passione e aiutano alla compressione, e sono cosi meravigliose, quando le loro dita sembrano i prolungamento del cuore.
Cattivi padri fanno buoni scrittori.
Aspetto silenziosa una parola, un cenno. Chissà se mai arriveranno. Allora mi domando se sono io che non riesco a chiedere.
Puoi scrivere all’infinito, ma sarai certa di esistere solamente quando passerai all’azione.
Anche il diverso può, volendo, far parte di un insieme.
È inutile conoscere tutte le lingue del mondo se poi parlando non ci si comprende.
Soltanto chi osa spingersi oltre le apparenze potrà scoprire quanto non sia un miraggio la sostanza.
Nella mia imperfezione sto perfettamente bene.
Le idee che dominano il mondo sono sempre pensate nel buio, oppure sono germogliate sotto una lampadina da 40 watt. Il più delle volte l’illuminazione si è svegliata nella più grande disperazione, mentre si rema, con grinta, in un mare “gotico” di “perché”.
Lo sbruffone è colui che l’ha sempre fatta franca con il dolore.