Adolfo Coppola – Social Network
La bellezza dei social network è che anche i deficienti possono dire la loro.
La bellezza dei social network è che anche i deficienti possono dire la loro.
Un tempo si scattavano fotografie per immortalare momenti importanti: un bacio, un abbraccio, erano momenti catturati per avere un ricordo con cui piangere, ricordare, rimpiangere. Oggi si scattano foto per metterle su Facebook al fine di dimostrare qualcosa a qualcuno. Un tempo vedevi una persona e te ne innamoravi, ti innamoravi del suo sguardo, del suo modo di parlare, di muoversi, di sorridere, e stavi giorni, settimane o mesi a pensare a come poterti dichiarare a quella persona così importante ma così irraggiungibile. Oggi invece vedi una bella ragazza, l’aggiungi su Facebook, ci chatti, le dici qualcosa di carino, ti ci vedi e voilà inizia il giro interminabile di foto, tag e roba varia. Sembriamo tutti articoli di un catalogo chiamato Facebook. Tutto ciò inizia a non piacermi. Facebook rovina la spontaneità dei sentimenti!
A proposito di facebook, ricorda, la vita è un post che non puoi non condividere.
L’amore è libertà, bisogna mai perdere i propri spazi, guai se da persone libere amando si debba essere controllati e condizionati, si perderebbe una grande parte di se stessi, appunto perché non si deve essere proprietà di nessuno, e quindi liberi di amarsi. Dare e ricevere amore, condivisione e comprensione di cui lo stesso sentimento chiede a gran voce.
Prima di Facebook e di Ask, esisteva il coraggio di guardarsi negli occhi e parlarsi.
In tv, alla radio, nei locali, nei social network o semplicemente per strada, si sentono e si leggono parole dove tutti si ritengono “i buoni”. Allora da dove proviene tutta questa cattiveria che invade il mondo, possibile che ci sia così tanta ipocrisia e che nessuno se ne renda conto.
Donne che si credono fatali su facebook, che esaltano la loro femminilità e la loro diciamo predisposizione nell’ammaliare, ma care anche un fumetto scatena la fantasia di un uomo.