Alan Dean Foster – Libri
Il secondo sembrava indifferente. “Se vuoi. A me va bene. Se mi sentirò generoso, vi darò anche dei diamanti””Che diamanti?””Quelli che troverò laggiù, dentro vecchie ceste aliene ricolme”. Indicò la cavità oscura.
Il secondo sembrava indifferente. “Se vuoi. A me va bene. Se mi sentirò generoso, vi darò anche dei diamanti””Che diamanti?””Quelli che troverò laggiù, dentro vecchie ceste aliene ricolme”. Indicò la cavità oscura.
Credo che la scrittura sia una forma d’amore con cui ci identifichiamo nel cuore e nella mente degli altri.
Il fatto che cani e porci pubblichino libri e vendino 500 mila copie, ci dimostra come stiamo svalutando l’arte del scrivere.
[…] Che cosa pensi della morte, Ray?Penso che la morte è la nostra ricompensa. Quando moriamo andiamo dritto al Cielo del Nirvana e questo è quanto.Ma supponiamo che torni a nascere nel più profondo dell’inferno e che i diavoli ti ficchino in gola delle palle di ferro rovente.La vita già m’ha ficcato in bocca un piede di ferro. Però credo non sia altro che un sogno imbastito da qualche monaco isterico che non comprendeva la pace del Budda sotto l’albero Sacro né quanto a questo la pace di Cristo che guarda dall’alto le teste dei suoi carnefici e li perdona.Cristo ti piace assai non è vero? […].
Notte. Notte incantata. Notte dolorosa. Notte folle, magica e pazza. E poi ancora notte. Notte che sembra non passare mai. Notte che invece a volte passa troppo in fretta.
Basterebbe che gli uomini credessero alla necessità di adempiere all’unico comandamento dell’Amore, così come essi credono oggi alla necessità di compiere questi o quei sacramenti, queste o quelle preghiere; basterebbe che così come credono oggi alla necessità delle loro scritture, dei loro templi, delle raffigurazioni incise sui calici, essi credessero che esiste al mondo un solo santuario indubitabile, l’uomo, e che l’unica cosa che l’uomo non può e non deve profanare e offendere sia ancora e sempre l’uomo stesso, il portatore del principio divino, e diverrebbero impossibili non soltanto le esecuzioni capitali e le guerre ma anche tutte le violenze che l’uomo può fare all’uomo.
Non avevano nient’altro da dirsi? I loro occhi, però, traboccavano di parole più gravi. Mentre si sforzavano di trovare frasi banali, si sentivano riempire tutti e due da uno stesso languore. Era come un mormorio dell’anima, profondo, continuo, che l’aveva vinta sulla voce. Stupiti da questo questo nuovo, soave sentimento, non pensavano neppure a spiegarne il senso, a scoprirne la causa. Le felicità future, come le rive dei tropici, proiettavano, sulla immensità che le precede, il loro molle sentore come una brezza profumata: si scivola in quell’estasi e non importa se l’orizzonte non si vede.