Alessandra Massimini – Società
Non conta ciò che si pensa davvero, conta ciò che si fa credere agli altri che si pensi.
Non conta ciò che si pensa davvero, conta ciò che si fa credere agli altri che si pensi.
I giovani lo hanno capito. In gioco non c’è solo il decreto Gelmini, c’è il loro futuro.
Nel capitalismo tutti lavorano per uno; nel comunismo nessuno per tutti.
La società è un prodotto dei nostri bisogni, e il governo delle nostre debolezze.
In molte religioni, e anche nel folclore dei popoli europei, troviamo la credenza che al momento della morte l’uomo ricordi il suo passato nei più minuti particolari e che non possa morire prima di aver ritrovato e rivissuto la storia di tutta la sua esistenza. Come su uno schermo interiore, il moribondo rivede ancora una volta il passato. Considerata da questo punto di vista, la passione storiografica della cultura moderna sarebbe un segno annunciatore della sua morte imminente. Prima di scomparire, la civiltà occidentale si ricorda per l’ultima volta di tutto il suo passato, dalla protostoria fino alle guerre mondiali. La coscienza storiografica dell’Europa – che alcuni considerano come il suo più alto titolo di gloria – sarebbe in realtà l’istante supremo che precede e annuncia la morte.
Più l’informazione è breve e accessibile maggiore sarà la sua propagazione.
Chi ha bisogno di stimoli per compiere un’azione nobile, non la compirà mai.