Alessandro Ammendola – Vita
Le gioie della vita consistono nell’avere sempre qualcosa da fare, qualcuno da amare, qualcosa da attendere.
Le gioie della vita consistono nell’avere sempre qualcosa da fare, qualcuno da amare, qualcosa da attendere.
Speranzepiccoli vuoti rotondi che aspettando di essere colmatisperanzelacrime di pioggiapelle ruvida di pesca che scalfisce la rocciasperanzeprofumo di eucaliptocontare le stelle e le foglie d’autunnochiudere gli occhi quando il fuoco si spegnestringere forte la mano di tuo padresperanzatoccovolarenasceresperanzavivere.
A volte il mondo ci gira intorno, altre siamo noi che giriamo intorno al mondo.A volte il bello deve ancora venire, altre è passato senza che c’è ne accorgessimo.A volte la vita si prende gioco di noi, ma chi se ne frega, noi continueremo a giocare.
La via del vivere è unica, le sue strade molteplici e varie.
Alla fine di ogni giornata ci ritroviamo sempre a pensare ciò che ci capita giorno per giorno. Cerchiamo di non commettere gli errori già commessi in passato ma ricadiamo sempre nella stessa trappola. Diamo sempre fiducia a chi non merita quando poi la persona che non consideriamo egli merita la nostra stima e il nostro rispetto. Egli cerca sempre si esserti di aiuto senza chiederti nulla in cambio, ma egli non verrà mai calcolato perché verrà considerato come un passatempo e non un esempio da considerare nel corso delle nostre giornate interminabili.
Chiedeva perdono a un Dio che desiderava vicino, trascendenza trasposta sempre in vita terrena, dialogo interiore per chi si è sempre saputo orfano. Perdono per non essere in grado di mantenere la sua promessa. Dedizione, assistenza, comprensione, conforto, fiducia, ricerca, tutto qui il Sacro Matrimonio? Intenzioni. Dove sono l’intimità, la gioia, il progetto, e dove sono le mani che accarezzano una pancia tesa e lucida, curve mentali a ingoiare futuro. Claire da quando stava con Claudio si era sempre pensata filiforme, quasi incapace di ingoiare futuro. L’amore poi è ancora un’altra cosa. Un’altra casa, non sempre fatta di mattoni. Claire voleva una famiglia, lei che non aveva mai avuto una, una normale. Era stata un caso particolare sin da quando ne aveva avuto coscienza. E memoria. Spiegare agli altri bambini che sua madre c’era, ma altrove, in cielo. E suo padre c’era, ma altrove, via lontano. E la sua casa c’era, ma non proprio sua, ci abitava con chi si prendeva cura di lei. E la sua città c’era, ma altrove, perché le sue radici erano altre. Le trovava nei racconti caldi fatti per lei da parenti e adulti. Caldi come un pile d’inverno.
Non so quanto tempo ci sia concesso vivere, di sicuro in molti non vediamo l’ora di cominciare.